NON RESTARE INDIETRO - IL CAMPO – TRE

Trovandosi di fronte a quelle valigie ammassate una sopra l’altra, Francesco aveva visto la forma della speranza, e non ci aveva mai pensato. Su quasi tutte quelle che aveva osservato c’erano queste scritte tipo quella che aveva rapito l’attenzione di Alessandro. I deportati, non sapendo dove stavano andando, con un pennello o con il gesso o con chissà che cosa scrivevano il cognome della loro famiglia e magari anche il luogo da cui provenivano e a volte c’erano alcune date e questo l’aveva trascinato in un “buco nero” della sua memoria – con Kappa chiamano così quei ricordi che non sai se hai mai avuto – e gli era tornato in mente quando partiva con i suoi per le vacanze e sua madre legava un’etichetta di plastica su ogni bagaglio con i loro recapiti – “Metti che li dimentichiamo in un autogrill,” diceva – e per la prima volta Francesco si era trovato a pensare ai suoi che si tirano le frecciatine mentre stanno caricando la macchina e sono un po’ nervosi ma felici di partire e poi si era immaginato che non caricano la macchina ma il treno ed ecco, arrivano qui all’inferno.
Era una sensazione nuova, quella di voler scappare da questa disumanità. Le immagini delle valigie gli rimbalzano ancora in testa facendo un casino infernale, mentre guarda la neve bianca che non lo aiuta a districarsi nelle sue emozioni. Non solleva gli occhi da terra come se potesse ferirli a guardare più in su, ma gli arrivano in soccorso le Dr. Martens di Elena, affiancate dalle sei scarpe di tre di quelli più grandi: i due Marco e un altro del suo gruppo che ha un K-Way blu e che non dice mai niente ma sta sempre con loro.
“Fra, raggiungiamo gli altri, sono appena ripartiti,” gli dice Elena. “Non restiamo indietro.”

 

COLONNA SONORA
Vetusta Morla, Mapas, in Mapas, 2011

“Cada error en cada intersección no es un paso atrás, es un paso más”. Nella vita ogni nostro errore non è un passo indietro: è un passo in più. Vorrei che Francesco e tutti i ragazzi e le ragazze come lui ascoltassero questa canzone per trovare la forza per saper guardare sempre avanti, anche quando l'impatto con la realtà – della Storia o della vita – toglie loro il fiato.

 

Eddie Vedder, Rise, in Into The Wild, 2007
Non è facile stare al mondo, e il film Into The Wild ci racconta di questo ragazzo che il mondo lo abbandona, rifiutando le sue falsità e i suoi compromessi. Se ne va, e pagherà un prezzo altissimo per questa sua scelta. La colonna sonora, firmata da Eddie Vedder, lascia però aperta una speranza: “Gonna rise up, turning mistakes into gold”. Alza la testa, Francesco, e prova a trasformare i tuoi sbagli in qualcosa per cui vale la pena vivere.

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