banner per pagina speciale.jpg Le reputazioni, romanzo di Juan Gabriel Vásquez

Javier Mallarino, disegnatore satirico che per quarant’anni ha fustigato la classe politica colombiana, si appresta a ricevere l’omaggio alla carriera tributatogli proprio dal governo. È la celebrazione del suo potere assoluto, del privilegio di orientare il corso della storia filtrando le versioni ufficiali, di smascherare semplicemente attraverso la deformazione dei tratti somatici la vera natura e le reali intenzioni dei politici. Ma quando un ricordo del passato, troppo sbiadito per offrire certezza, si insinua nel tempo del racconto, Javier Mallarino si ritrova a fare i conti con una memoria fallace e fragile, tanto quanto lo è la costruzione della reputazione, con una storia da ricostruire, con l’inquietudine che anche il passato possa continuamente cambiare. Come la storia, che non è solo quella raccontata dal potere, ma anche quella che la letteratura sa far rivivere, insieme alle amare riflessioni sull’insolubile conflitto tra vita privata e immagine pubblica.



             

Intervista a Juan Gabriel Váquez

Parliamo di Le reputazioni.
Il romanzo nasce da un interesse che ho sempre avuto per la figura di Ricardo Rendón, che era un caricaturista colombiano degli anni ’20, molto potente. Però, nella versione finale del romanzo, finisce per essere solo un fantasma che appare nelle prime pagine e che Mallarino crede di aver visto passare per un parco. E il resto del romanzo è un esame del potere che hanno coloro esprimono la loro opinione sui giornali: gli editorialisti, i caricaturisti, hanno un potere importante, senza filtri, una responsabilità importante, perché la loro materia prima è la reputazione degli altri. E a me questo interessa moltissimo, in parte perché sono sette anni che scrivo articoli di fondo in Colombia, in parte perché mi sono reso conto della quantità di tempo che investiamo a modellare la nostra immagine per presentarla al pubblico, quanto ci importa la nostra la nostra reputazione, la nostra immagine pubblica. Quel che succede a Mallarino è che lui vede o crede di vedere qualcosa, nella propria casa, e questo gli serve per fare una caricatura che distrugge la vita di qualcuno e dopo non succede nient’altro. 28 anni dopo arriva questa bambina, che ora non è più una bambina, è una donna, e gli chiede di ricordare insieme questa notte del passato per sapere cosa è successo quella notte, e quindi il romanzo si converte in un’indagine nel passato dei personaggi, con un piccolo mistero, che è moralmente molto grave per entrambi, e che gli cambia la vita.

Non saper quello che è successo, accade spesso anche all’editorialista Juan Gabriel Vásquez di dubitare, di non sapere se un uomo è un corrotto, e di trovarsi a criticarlo profondamente. Fa di queste riflessioni?
È un’ottima domanda perché giustamente l’esperienza che ho avuto scrivendo per i giornali è una certa schizofrenia, per qualcuno che è un romanziere. Perché come romanziere io lavoro partendo dalle domande, scrivo romanzi perché non capisco qualcosa, perché c’è qualcosa che ignoro, e il romanzo è una maniera di indagare questo fatto sconosciuto. Invece per gli articoli di fondo parto sempre da una certezza assoluta, o da quello che io sento essere una certezza assoluta.

Nel romanzo è come un ingranaggio: la reputazione decaduta del politico, fa sì che cresca la reputazione di Mallarino, e questo genera un conflitto morale, saliamo sulle spalle della disgrazia di un altro per ascendere. Era questo che volevi dire con Mallarino?
Io credo che il personaggio di Mallarino è così complesso e così difficile, perché uno non sa mai veramente da che parte sta lui, i lettori arrivano alle loro conclusioni, però Javier Mallarino non sa mai cosa è veramente successo in quella notte remota che ora lui cerca di decifrare. E ci sono molte zone del carattere del personaggio di Javier Mallarino che a me sembrano profondamente misteriose, ed è anche per questo che io gli ho dato la responsabilità di portare il peso di un romanzo, perché la sua visione etica e morale della vita è molto complessa, è un personaggio che non è sempre all’altezza delle sue responsabilità e che, tuttavia, all’inizio del romanzo si è attirato il rispetto e l’ammirazione di tutto il paese. La verità è che un uomo contraddittorio, difficile e, come nei miei altri libri, è l’esplorazione di queste contraddizioni interne che mi interessa. Lui non è una persona completamente ammirabile, né una persona completamente riprovevole ed è per questo che è interessante.

Come siamo tutti noi esseri umani e come sono i protagonisti dei tuoi romanzi, di cui non abbiamo potuto parlare di più, ma lasciami dire che Il rumore delle cose che cadono è fantastico e che siamo felici che abbia vinto il premio Alfaguara, e che siamo felici che Le reputazioni sia in finale del Premio Vargas-Llosa.
Grazie.

Juan Gabriel Vásquez è nato a Bogotà nel 1973. Scrittore sudamericano di primissimo piano, tradotto in sedici lingue, ha conseguito un grande successo internazionale di critica e di pubblico con i suoi romanzi. Gli informatori (Ponte alle Grazie, 2009) è stato scelto come uno dei romanzi colombiani più importanti degli ultimi venticinque anni dalla rivista “Semanal”, è arrivato finalista dell’Independent Foreign Fiction Prize e ha attirato gli elogi di autori come Mario Vargas Llosa e John Banville. Storia segreta del Costaguana (Ponte alle Grazie, 2008), magnifico omaggio alla storia colombiana e all’opera di Joseph Conrad, si è aggiudicato il Premio Qwerty a Barcellona e il Premio Fundación Libros & Letras a Bogotà. Il rumore delle cose che cadono (Ponte alle Grazie, 2012), oltre agli elogi di scrittori del calibro di Edmund White e Jonathan Franzen, si è aggiudicato il Premio Alfaguara 2011, il English Pen Award 2012 e il Premio Gregor von Rezzori-Città di Firenze 2013. Vásquez ha inoltre vinto due volte il Premio Nacional de Periodismo Simón Bolívar e nel 2012 gli è stato assegnato il premio francese Roger Caillois per l’insieme dell’opera. Feltrinelli ha pubblicato Le reputazioni (2014).

Dicono di Juan Gabriel Váquez

Juan Gabriel Váquez è una delle nuove voci più originali della letteratura latinoamericana.
Mario Vargas Llosa

Juan Gabriel Vásquez sta reinventando la letteratura sudamericana per il 21esimo secolo.
Jonathan Franzen

Juan Gabriel Vásquez è uno scrittore eccezionale.
E. L. Doctorow

Juan Gabriel Vásquez ha molti talenti - intelligenza, ingegno, energia, una vena di sentimenti profondi - ma li usa in maniera così naturale che presto ci si dimentica della propria meraviglia per le sue capacità e ci si lascia catturare dallo strano e bellissimo incantesimo del racconto.
Nicole Krauss

Per chiunque abbia letto l'intera opera di Gabriel García Márquez ed è alla ricerca di un nuovo romanziere colombiano, Juan Gabriel Vásquez sarà una grande scoperta.
Colm Tóibín

Come Bolaño, Vásquez è uno stilista magistrale e un virtuoso dell'andamento pacato e della struttura intricata, e usa il romanzo con lo stesso scopo di Bolaño: mappare i danni, profondi e a cascata, fatti al nostro mondo dall'avidità e dalla violenza, e ammettere che neanche l'amore può ripararli.
Lev Grossman, "Time Magazine"

Quel che Vásquez ci offre, con grande abilità narrativa, è quell'area grigia delle azioni umane, quella consapevolezza della nostra capacità di fare errori, di tradire e nascondere, di come questo crea una catena di reazioni che ci condanna a un mondo senza soddisfazioni. Amici e nemici, mogli e amanti, genitori e figli si mischiano e si confondono con rabbia, silenziosamente, ciecamente e intanto il romanziere usa l'ironia e l'ellissi per smascherare le strategie di autodifesa dei personaggi e li accompagna, senza scoprirli ma solo accompagnandoli, mentre capiscono che questa vita insoddisfacente può anche essere la vita che hanno ereditato.
Carlos Fuentes