Marco D'Eramo: Senza freni

07 Novembre 2002
Da ieri, e per almeno i prossimi due anni, il mondo è un posto più difficile da vivere. E sono state poche migliaia di elettori in Missouri e in Minnesota che ce lo hanno reso più ostico. Da ieri infatti il presidente George W. Bush ha le mani libere: controlla sia la camera, sia il senato degli Stati uniti. Alla camera i repubblicani hanno una maggioranza di 227 contro 204, al senato di 51 contro 47 (saranno 48 alla fine i senatori democratici). All'interno, Bush potrà procedere a ulteriori riduzioni delle tasse per i più ricchi, varare una legislazione più antiabortista, privatizzare la mutua, nominare giudici ultrafascisti, abolire tutte le norme di protezione ambientale. Su scala mondiale, l'unilateralismo che fonda tutta la cosiddetta "dottrina Bush" non sarà più arginato nemmeno dalla timida propensione democratica a governare l'impero attraverso le istituzioni multinazionali (Fmi, Banca mondiale, Onu, Nato). In particolare, la vittoria elettorale rafforza i falchi dell'amministrazione, i Dick Cheney, i Donald Rumsfeld, i Paul Wolfowitz, che sono ora autorizzati a spingersi ancora più in là nel bellicismo e a ridurre sempre più la politica estera Usa alla pura dimensione militare.
C'è da capire il perché di questa vittoria - un vero trionfo personale - di un presidente che 22 mesi fa era entrato alla Casa bianca dalla porta di servizio, dopo un voto popolare contrario e una nomina ottenuta grazie a un golpe della Corte suprema. Il peso determinante l'ha avuto l'11 settembre, non tanto per come Bush l'ha gestito, ma perché ha spinto gli americani a compattarsi attorno al loro governo. Il voto di martedì risente ancora del rigurgito patriottico e patriottardo.
Ha poi avuto successo la strategia della diversione: persino nella frenetica tournée elettorale degli ultimi giorni di campagna, alle domande sulla situazione economica Bush ha sempre risposto brandendo la minaccia Saddam Hussein. Bush ha ricattato i democratici con l'Iraq: qualunque disaccordo li avrebbe fatti apparire antipatriottici. E i democratici sono caduti entusiasti nella trappola.
Un aiuto formidabile è poi venuto a Bush dai networks che prima hanno messo in sordina le elezioni, suonando la fanfara sull'Iraq, e poi hanno fatto un tifo spudorato per lui. L'involuzione conservatrice dei mass-media riflette e favorisce quella politica.
Ma tutto questo non basta, in un clima economico sempre più fosco: cresce la disoccupazione, crolla la fiducia dei consumatori, calano vendite al dettaglio ed ordinazioni industriali. La precarietà economica avrebbe dovuto fornire formidabili munizioni ai democratici. Così non è avvenuto. La ragione è che i democratici hanno mostrato - a livello d'impero mondiale - la stessa inettitudine e codardia che caratterizzano i Ds nella nostra piccola marca di periferia. I democratici Usa non hanno potuto attaccare Bush sulla politica economica, perché ben 28 senatori avevano votato a favore del suo mostruoso taglio fiscale.
I democratici hanno perso, e si stanno organizzando per perdere le presidenziali del 2004, perché insistono in quella strategia suicidaria secondo la quale l'unico modo per battere la destra è di essere più a destra della destra. La stessa follia politica che in Francia ha portato Lionel Jospin al disastro del primo turno. Ma si è mai vista una destra che per battere la sinistra si fa paladina dello stato sociale, dell'ambiente, della pace? No, la destra ha vinto ovunque spostandosi ancora più a destra, con programmi massimalisti, con la vera e propria controrivoluzione di Reagan e Thatcher. Quella di George Bush è l'amministrazione più estremista e più reazionaria in 70 anni di storia americana. Al confronto, Ronald Reagan era un moderato attento. Già dopo un solo anno di potere di Bush, i senza tetto si sono moltiplicati e gli omicidi sono aumentati negli Usa. E il bello comincia oggi.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …