Giorgio Bocca: La giustizia formale e gli errori di Genova

31 Dicembre 2002
La richiesta di archiviazione per legittima difesa del carabiniere Mario Placanica, che a Genova uccise con un colpo di pistola il giovane Carlo Giuliani, ha avuto l’effetto automatico, inevitabile, prevedibile di spaccare in due i commenti dei nostri politici - critici da sinistra, di approvazione da destra, senza eccezioni, come se ormai in questo paese i pregiudizi precedessero ed escludessero ogni giudizio.
Si dice da sinistra che la richiesta è un modo sbrigativo per chiudere il caso, per evitare un'inchiesta seria sull'accaduto e cavarsela con una giustizia formale. E si dice, da destra, che fu legittima difesa di un carabiniere trovatosi nell’occhio del ciclone di uno scontro di piazza, su un automezzo circondato dai dimostranti, fatto oggetto del lancio di pietre, e da un assalto registrato dalla televisione. L’aggressione era reale e minacciosa - si dice - e il Giuliani avanzava verso la camionetta sollevando un estintore. Era comunque impossibile distinguere fra dimostranti pacifici e violenti: il carabiniere aveva il diritto di difendersi. L’unico commento fuori dagli automatismi, e non privo di un suo contributo alla verità di quella tumultuosa giornata, è dell’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola. Era a La Spezia per premiare due giovani segnalatisi per coraggio civile e ha dichiarato: "Mi piace però ricordare quel povero ragazzo freddato in piazza Alimonda a Genova. Oggi tutti hanno veramente compreso il significato di quello che è accaduto: di fronte al dilagare della violenza e di quanto è successo. C’è stato un insegnamento e lo dimostra la compostezza delle successive manifestazioni. Quella violenza cieca, organizzata voglio vederla come una pagina superata, una triste pagina della politica italiana". Come a dire: non tutti gli errori vengono per nuocere. I fatti di Genova di cui sono stato il maggior responsabile, gli scontri prevedibili e non evitati, la sfida in una città fra le meno adatte a una sfida, il braccio di ferro, i pestaggi, le punizioni feroci, gli abusi hanno prodotto le manifestazioni pacifiche di Roma e di Firenze, hanno avuto il loro effetto virtuoso. Ringraziamo il cielo che il signor Scajola sia stato allontanato dal compito dell’ordine pubblico e riportato all’organizzazione elettorale di Forza Italia. La richiesta del procuratore Silvio Franz esamina tutte le ipotesi che si possono fare sul comportamento del carabiniere Placanica: se sparò per così dire a occhi chiusi in preda al terrore, se lo specchio visivo del lunotto posteriore del Defender non consentiva una giusta mira, se il proiettile mortale fu deviato da un calcinaccio, se il carabiniere sparò in alto senza mirare un bersaglio specifico per concludere che "si debba escludere che abbia sparato il primo colpo mirando a Giuliani e che sia rinvenibile nella sua condotta un eccesso colposo". Una conclusione accettabile secondo la legge formale, ma che non aiuta a spiegare gli errori politici che causarono il tragico evento: la divisione di una città antica e labirintica in zone blindate da difendere e da conquistare, l’invio di reparti di polizia politicamente motivati, l’evidente volontà di "spaccare le ossa ai sovversivi", i trucchi polizieschi per fare apparire una manifestazione sia pure violenta come una rivolta premeditata contro lo Stato. I fatti di Genova - come dice l’ex ministro dell’Interno Scajola - sono stati davvero una lezione salutare: ma per il governo assai più che per i pacifisti e i no global. Da essi il governo ha appreso che il diritto di manifestare va rispettato anche se preparato con il buonsenso, e non avvelenato dai catastrofismi, e dalle cacce alle streghe, irresponsabilmente riportati in campo a Firenze. è stato osservato da sinistra che la richiesta di archiviazione fa parte di una giustizia che usa due pesi e due misure: "Mentre esponenti del movimento pacifista e no global sono ancora in carcere per un grottesco reato di opinione e di critica, chi ha ucciso Giuliani viene discolpato". E da destra si ribatte: "Il ricorso della famiglia Giuliani contro la sentenza di archiviazione è comprensibile, ma i no global vogliono un processo per sciacallaggio politico". Ma non sono questi botta e risposta che cancellano gli errori e che riportano in vita un giovane.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …