Giorgio Bocca: Quando il potere non teme il ridicolo

07 Febbraio 2003
Dicono: le aggressioni di questa destra alla magistratura sono ridicole. Già ma quando un potere autoritario si permette il ridicolo vuol dire che è pronto a schiacciare gli oppositori, vuol dire che non ha paura del ridicolo.
Il nostro questa paura non ce l'ha davvero, chiede lo spostamento di un processo in cui sono imputati il capo del governo e il suo avvocato per i più risibili dei motivi: il tribunale di Milano è di parte, non è affidabile, l'ex procuratore D'Ambrosio è un comunista, la stampa è ostile, anche il pubblico è ostile, c'è una signora che si presenta a tutte le udienze con un Pinocchio di legno con il naso lungo per le bugie.
Affronta tranquillamente il ridicolo anche il ministro della Giustizia Castelli che si presenta all'inaugurazione dell'anno giudiziario con una claque di leghisti. Proprio lui che accusa i giudici di fare politica, di avere dei legami con la politica ed è ridicolo ma proprio per questo minaccioso, arrogante il ritorno alle misure disciplinari, alle inchieste sui giudici del '94.
I poteri autoritari sono temibili quanto più si permettono il ridicolo e l'arroganza grossolana, l'intimidazione continua. Il nostro tiene sotto pressione la magistratura del suo primo governo, manda i suoi ispettori, mette l'una contro l'altra le procure, e non gli importa che le accuse ai giudici di far parte di un complotto comunista vengano regolarmente smentite. Nella sua tastiera c'è anche la perseveranza e ogni volta ricomincia da capo. La sua tastiera è risaputa, ma come non ha paura del ridicolo così non ce l'ha della monotonia. Passa dal populismo bonario al minaccioso e alla prova di forza in una umiliante, parodistica imitazione dei regimi forti.
Al suo servizio, come tutti i poteri autoritari, ha rimesso in funzione una sorta di Minculpop, di ufficio della minaccia e della diffamazione, che prima incomincia a lamentarsi dei sudditi indisciplinati e se occorre li indica alla punizione dura, li caccia dalla televisione, vedi Biagi e Santoro, sostituendoli con cortigiani indecenti, e anche questa indecenza è una ostentazione di potere, si epurano gli uffici giudiziari, come va facendo il ministro Castelli che pure se ne vanta, o della pubblica amministrazione.
Sono metodi ridicoli? Grossolani? Sì ma spargono paura e rassegnazione: la protesta dei magistrati è stata timida, contenuta e naturalmente lodata dal moderatismo calabrache.
Nel linguaggio pugilistico questo metodo di potere viene chiamato "lavoro al corpo": una serie di colpi che non mandano l'avversario al tappeto ma che gradualmente lo svuotano di energie. Con imprudenze e arroganze crescenti che fanno rimpiangere la vaselina democristiana cui forse finiremo per ritornare secondo il trasformismo nazionale.
Un regime autoritario ha bisogno per esistere di una personalità autoritaria. Il fatto che per decenni Berlusconi abbia adattato la sua sindrome autoritaria al mondo allegro degli spettacoli e delle immagini e a quello spregiudicato degli affari non toglie che autoritario sia. Silvio non ha dei collaboratori ma dei cloni, basta osservare i suoi capi gruppo alla Camera e al Senato, pensano come lui pensa, parlano come lui parla, escludono il dialogo, praticano la ripetizione.
Il rischio estremo di un potere autoritario gestito da una personalità autoritaria è che arrivi a un punto in cui sfugge ad ogni controllo e va ad esiti disastrosi per gli stessi che lo hanno appoggiato. Ciò che spaventa nell'attuale sistema di potere è che la personalità dominante manifesta una crescente insofferenza per ogni controllo: massime verso la Giustizia che si è permessa di inquisirlo personalmente, offesa intollerabile, attenta e pronta a reagire verso chiunque non sia pronto e obbediente.
L'aver messo fra i motivi della inaffidabilità del processo milanese anche una stampa ostile dice quale sia l'idea governativa sulla libertà di opinione.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …