Umberto Galimberti: Se scocca l´ora di religione

19 Febbraio 2003
Ricorreva il 18 febbraio l´anniversario del Nuovo Concordato, firmato, per lo Stato italiano, da Bettino Craxi nel 1984, a revisione di quello firmato l´11 febbraio 1929 da Benito Mussolini. Rispetto al Vecchio Concordato, quello Nuovo supera la concezione della religione cattolica come unica religione dello Stato, ma continua ad assicurarle un posto di grande privilegio, in quanto riconosce che "i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano". E su questo non c´è nulla da obiettare. Ogni cultura ha il suo sfondo religioso di provenienza, dove è facilmente riconoscibile la simbolica sottesa a un popolo, a una nazione, a una cultura.
Ma che significa la traduzione di questo principio generale, in sé valido e giustificato, nella pratica dell´insegnamento della religione nella scuola? E ancora: che significa oggi quando la nostra società sta diventando sempre più multiculturale e la religione, che non diventa "conoscenza delle religioni", può diventare principio di divisione, di reciproca diffidenza, quando non addirittura di disprezzo e di odio?
Se è vero infatti, come dicevamo poc´anzi, che nella religione è custodita la simbolica di un popolo, lo scenario della sua appartenenza, quando non il luogo di riconoscimento della propria identità, il tutto radicato in quella dimensione pre-razionale tipica dei simboli che, in quanto pre-razionali, non facilita la dialogicità, non è difficile rendersi conto che legiferare sul "religioso" significa legiferare su una materia delicatissima dove in gioco non c´è solo l´"ora di religione", ma i temi profondi dell´identità e dell´appartenenza, attraverso cui ciascun individuo giunge al riconoscimento di sé.
La legislazione del 1929 consentiva a chi non si riconosceva nella religione cattolica di chiedere l´esonero dall´ora di religione. Una forma umiliante di emarginazione per i pochi coraggiosi che se ne avvalevano e che, avvalendosene, dovevano già da piccoli imparare che cosa vuol dire essere un "diverso" in un gruppo, e dover sempre giustificare la propria posizione che il gruppo aveva già investito di proiezioni negative.
Fu per ovviare a questo inconveniente che nei primi anni Ottanta un gruppo di pedagogisti, di uomini di scuola e uomini di cultura iniziarono a predisporre i "nuovi programmi" della scuola elementare. E, nonostante il loro diverso orientamento, trovarono un accordo che prevedeva la sostituzione dell´insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado con una materia che avrebbe dovuto chiamarsi "conoscenza dei fatti religiosi".
Con questa sostituzione essi ritenevano che fosse opportuno sottrarre la religione al vincolo della "fede" (luogo di identità e di appartenenza forte, perché pre-razionale) per inserirla nell´ambito del "sapere" e della "conoscenza" che non sono mai luoghi di divisione, ma di dialogo, perché oltrepassano la soglia del regime simbolico dove la dialogicità è impossibile.
Il loro generoso tentativo fu bruscamente interrotto dall´emanazione del Nuovo Concordato firmato da Craxi nel 1984 che prevedeva che l´insegnamento della religione cattolica (e qui vorrei che l´aggettivo "cattolica", per correttezza e per evitare subdoli equivoci, accompagnasse sempre l´impropria dizione: "Ora di religione") fosse opzionale e, come dice il testo, i "non avvalentesi" potessero chiedere materie alternative o allontanarsi dalla scuola.
A questa soluzione non furono estranee le pressioni della Chiesa, preoccupata da un lato di non privare decine di migliaia di insegnanti di religione cattolica (il 20 per cento dei quali sacerdoti), nominati direttamente dai vescovi, che avrebbero visto ridursi drasticamente le loro possibilità di lavoro remunerato dallo Stato, e dall´altro di non perdere attenti ascoltatori in quella fascia di età in cui si formano e, inutile nasconderselo, si condizionano le coscienze.
I risultati furono quelli che oggi ancora constatiamo: il 93 per cento degli studenti, con un minimo in Toscana (84 per cento) e un massimo in Puglia (98 per cento) segue bene o male, volenti o nolenti l´ora di religione (cattolica). E per gli ebrei, per i musulmani, per i protestanti, per i Testimoni di Geova, per i mormoni, per i seguaci delle credenze new age, per gli agnostici, per gli atei? Reclameranno sempre di più la possibilità di seguire i corsi della loro religione? Probabilmente sì. Basta leggere la circolare del ministro Moratti che baratta la presenza del crocefisso in classe con l´invito alle scuole di offrire luoghi di culto (non di conoscenza) per le altre religioni, naturalmente, come precisa la circolare, in orario extrascolastico.

Umberto Galimberti

Umberto Galimberti, nato a Monza nel 1942, è stato dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario …