Gabriele Romagnoli: Mercato nero

27 Febbraio 2003
Quando scoppierà la guerra in Iraq, 250 mila lavoratori egiziani emigrati nel Golfo torneranno a casa e ingrosseranno le file dei disoccupati. Cesseranno le esportazioni verso Bagdad e l´industria perderà, di colpo, un miliardo di dollari. I valori immobiliari scenderanno del 20%. Si fermerà il turismo. Ogni mese di conflitto costerà, a un paese che non vi prende parte, 3 miliardi e mezzo di dollari. Tre settimane fa, per incentivare investimenti, esportazioni e turismo sono stati liberalizzati i cambi. L´inflazione, da allora, è salita del 15%, il dollaro del 18%, ma si trovano meno merci e meno dollari. Il mercato nero resiste e aspetta. Nei vicoli del bazar di Khan el Khalili un gioielliere che fa clandestinamente il cambiavalute ha messo la sedia sulla soglia del negozio vuoto. Non adorna neppure la vetrina. L´ultima pietra preziosa l´ha venduta a una saudita che voleva infilarsela in un canino, come va di moda. L´oro va su, il dollaro va su, lui guadagna senza commerciare. Non chiede neppure di vendergli valuta estera. Dice: «Se vuoi, fai tu il prezzo. Ma, se puoi, tientela e fra due mesi ti compri il Cairo. La guerra è ingiusta se non altro per questo: fa più ricchi i ricchi e più poveri i poveri. Quando sopravvivono».

Gabriele Romagnoli

Gabriele Romagnoli (Bologna, 1960) Giornalista professionista, a lungo inviato per “La Stampa”, direttore di “GQ” e Raisport è ora editorialista a “la Repubblica”. Narratore e saggista, il suo ultimo libro è …