Giorgio Bocca: Il Teorema del Cavaliere

12 Maggio 2003
"Se dovevi andare al Comune di Milano, ha detto, era un calvario e spesso dovevi andarci con l´assegno in bocca. Data che questa era la prassi nelle amministrazioni comunali ho smesso quasi subito di lavorare a Milano".
Fantastico! A Milano Berlusconi ha costruito Milano due e poi Milano tre e anche Milanello e l´amministrazione comunale era diretta dal suo grande amico Craxi e diretta dai sindaci socialisti Tognoli e Pillitteri. Il suo matrimonio fu celebrato a Palazzo Marino, testimone Craxi proprio negli anni in cui il leader socialista riaccendeva le sue televisioni e faceva con lui le grandi manovre sulla Sme.
E lui se ne andava sdegnato da Milano per non andare in municipio con l´assegno in bocca. Una immagine da intenditore, perfetta.
E poi: "Siamo sotto un regime però è contro di me. Sono io ad essere sotto la cappa di un regime". Incredibile, per anni i suoi cortigiani hanno riso di noi oppositori quando paventavamo il regime in formazione, ne indicavamo gli anticipi e le reti. Adesso il regime c´è, però è contro di lui. Un regime che mette sotto una cappa uno che ha il più forte partito italiano, l´intera televisione, una azienda che sotto il suo governo è arrivata a un patrimonio di quindicimila miliardi, la più importante casa editrice, numerosi giornali e anche una polizia a cui gridare identificatelo di un oppositore. E avendo visto nella sala in cui si trovava un consigliere di amministrazione della Rai ha gridato: "Siete voi che avete mandato le ispezioni. Il problema è che tutto viene ricondotto in testa a me. Sono io quello che vuole mandare in galera i giornalisti che non rettificano, pazienza chiederò scusa con una raccomandata" . Nelle intemerate del nostro il ragioniere dà una mano all´uomo fatale. Una raccomandata contro il nuovo regime, contro la cappa che lo soffoca? Al capo del nostro governo i nervi devono essere saltati: il mondo è troppo complicato anche per lui, neppure lui può mettersi contro l´Europa mentre sta per assumere la direzione per sette mesi, neppure lui può difendere a spada tratta un amico condannato per corruzione di un giudice e stupirsi se un grande giornale inglese "l´Economist" dice che non sembra il più indicato per dirigere l´Unione Europea, neppure lui può partecipare all´occupazione dell´Iraq mentre è fallita l´esportazione della democrazia e la guerra per la libertà sia in Iraq che in Afghanistan. Sì il mondo è maledettamente complicato, e i nervi di un signore milanese che si trova in questa burrasca possono anche saltare. Ma noi che conosciamo le sue risorse stentiamo a crederlo, noi pensiamo che queste sue aggressioni al mondo intero, fuori da ogni credibilità, abbiano un altro obiettivo: saggiare la resistenza degli oppositori, vedere se si spaventano, se cedono, se si può arrivare, spallata dopo spallata, a un ingrandimento del reame. Non c´è una preparazione militare della dittatura, Silvio non ha come il Mussolini alla vigilia della marcia su Roma ottantamila squadristi e l´appoggio dell´esercito. Ma risponde alla difficoltà menando in tutte le direzioni. Se non c´è una reazione, se non c´è sdegno per lui è una vittoria.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …

La cattura

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