Giorgio Bocca: La legge del Far West che divide Milano

20 Maggio 2003
Comunque la si prenda, questa tragica storia del tabaccaio milanese che uccide un rapinatore e ne ferisce un altro, ci sta nel progressivo disgregamento dello Stato e nei cittadini che pensano di poterlo sostituire. Il fatto che una parte dei milanesi si sia schierata a favore di Giovanni Petrali, il padrone del bar, non contrasta ma conferma il decadimento dei valori pubblici, dei doveri pubblici. 
Dice la Milano solidale con il Petrali: aveva subito tre rapine in sette anni, ha visto uno dei rapinatori puntare la rivoltella su sua moglie, ha temuto di venir ucciso. Ma chi conosce i luoghi della sparatoria, un corso alberato diviso da distributori di benzina e da parcheggio di auto non può che restare allibito, sbigottito, da un uomo di settanta anni che percorre di corsa duecento metri sparando all´impazzata (un proiettile ha perforato l´automobile del malcapitato che poi ha chiamato la polizia) superando gli spartitraffico fino a svoltare in via San Vittore per un grido di esultanza «li ho beccati, li ho beccati». E al ritorno nel bar «l´avevo detto che se mi ricapitava li avrei uccisi». La discussione fra i colpevolisti e gli altri che difendono o almeno capiscono lo sparatore è un vociare confuso, privo di senso.
L´armamento privato e la giustizia personale non sono un deterrente. Negli Stati Uniti ci sono milioni di armati e milioni di carcerati. Ci sono milioni di vendicatori che hanno l´approvazione dei concittadini e altrettanti criminali che si sentono in guerra con una società che non è più di classi ma divisa in due specie di uomini quelli che stanno sopra e quelli che stanno sotto e che a un certo punto o escono di testa o pensano che la violenza sia l´unica risposta possibile. O la droga che poi è la stessa cosa. Gli onesti commercianti milanesi sono esasperati per le promesse non mantenute: il vigile di strada, la superpolizia elettronica e informatica. 
L´occhio infallibile dei controlli televisivi, l´archivio dei criminali, le «pantere» che arrivano ululando e ruggendo ma poi bastano due balordi che devono comperarsi la dose a scatenare una battaglia nel cuore della città, donne che scappano urlando, padri e settantenni gettati a terra da figli terrorizzati. Il sindaco Giuliani della tolleranza zero è andato in pensione nei Caraibi ma la delinquenza di New York regna sovrana e i ricchi e potenti della città scappano magari nella vecchia Europa. Le vecchie regole che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, la ricchezza e la sicurezza valgono anche a Milano, ma la giustizia fai da te né renderebbe la vita più sicura né più civile la convivenza. Certo non è allegra l´idea che la vita in una grande città è affidata alla casualità, al trovarsi nel punto sbagliato nell´ora sbagliata per lasciare ai viventi il piacere di discutere se sei o non sei colpevole dell´accaduto. Non resta che la compassione per l´ucciso e per l´uccisore, la magra consolazione del nostro brutto tempo.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …