Eva Cantarella: Quando l'astro annunciò il destino imperiale di Augusto

31 Ottobre 2003
«Il sole oscurato, macchiato di sangue oppure d' aspetto terribile è per tutti un segno funesto e strano, che talvolta indica disoccupazione, talvolta malattia o pericolo ». Così scrive nel secondo secolo d.C. Artemidoro di Efeso, interprete di sogni. Vedere il sole assumere forme o colori strani, insomma, o anche sognare che questo accadesse era un segno funesto. Da molto, molto tempo prima che Artemidoro lo segnalasse, gli antichi credevano fermamente che una serie di fenomeni naturali fosse di cattivo auspicio. Non solo quelli legati alla fenomenologia del sole, anche segni molto più modesti potevano contenere ammonimenti che era bene non ignorare. A Roma, ad esempio, era segno funesto inciampare sulla soglia di casa, parlare di incendi durante i banchetti, sentire un gallo che cantava, sempre durante la festa. Altri presagi di sventura erano un cane nero che entrava in casa, un trave che si spaccava, del vino, dell' olio o dell' acqua che si rovesciavano. Per non parlare dei pesci in salamoia che si mettevano a guizzare come se fossero vivi, della nascita di un cavallo con cinque zampe, o di un toro che infilava la porta di casa e si fermava al terzo piano. I fenomeni naturali che segnalavano sventure, insomma, erano molti, e al suo interno quelle che riguardavano il sole erano tra le più temibili. I romani, per evitare che si verificassero, celebravano ogni 19 aprile un rito. Nel Circo Massimo, quel giorno, aveva luogo una folle corsa di volpi, alla cui coda era stata legata della paglia infiammata. A prima vista incomprensibile, il rito era una magia. Le volpi e gli incendi erano rischi letali per il raccolto. Il rito esorcizzava questo pericolo. Ma a volte il sole era benefico, i suoi presagi erano buoni. Prima della nascita di Augusto, ad esempio, suo padre sognò che dal ventre di sua moglie Azia sorgeva un sole splendente, e dopo la nascita del figlio questi gli apparve in aspetto maestoso, con la testa circondata da un alone luminoso. Ma l' evento più impressionate accadde quando Augusto rientrò a Roma, dopo la morte di Cesare. Improvvisamente il cielo limpido e sereno si oscurò, un cerchio in forma di arcobaleno circondò il sole e un fulmine colpì il mausoleo di Giulia, figlia di Cesare. Una vera e propria tempesta magnetica. Ma in questo caso, i segni erano chiaramente positivi, annunziavano il futuro potere imperiale. Ma in genere i fenomeni solari erano un segno cattivo, che induceva a interpretare esperti e indovini e a prendere misure contro gli annunziati pericoli. Con un rischio ulteriore: che gli indovini sbagliassero nell' interpretare il segno. Come accadde, ad esempio, durante la spedizione degli Ateniesi in Sicilia. A seguito di alterne vicende, gli ateniesi, giunti sull' isola, si trovavano in gravi difficoltà. I siracusani erano più forti del previsto, le truppe greche indebolite, scoraggiate e senza viveri. Gli strateghi ateniesi giunsero alla conclusione che era necessario tornare in patria. Nicia era d' accordo, e all' esercito era già stato dato l' ordine di tenersi pronto per salpare, quando il segno si manifestò: la luce del sole, oscurata dalla terra, proiettò la sua ombra sulla luna. Che fare? Interpellati gli indovini, racconta Tucidide, Nicia disse che non era possibile muoversi se non fossero passati tre volte nove giorni. L' esercito rimase, i siracusani ripresero gli attacchi. La guerra si concluse, nel 413 a.C., con una delle sconfitte più scottanti mai subìte dagli ateniesi. Guai a non prestare la giusta attenzione ai segni inviati dal sole.

Eva Cantarella

Eva Cantarella ha insegnato Diritto romano e Diritto greco all’Università di Milano ed è global visiting professor alla New York University Law School. Tra le sue opere ricordiamo: Norma e sanzione …