Giorgio Bocca: Piccole astuzie e giochi di parole. La politica in fuga dalla realtà

26 Novembre 2003
Il terrorismo esorcizzato dai riti funebri e dagli ossimori, cioè dall' arte di far convivere i contrari come chiamare pace la guerra. E un altro modo ancora più spiccio: liberarsi dal terrorismo annullandolo, riducendolo alla categoria dei non umani, dei mostri della natura. Puntualmente l' uso delle parole che disumanizzano, uccidono, fanno scomparire il nemico, è intervenuto su quasi tutti i media: i terroristi islamici non esistono. Ci sono soltanto dei criminali, creature diaboliche che uccidono senza ragione. Ci aveva provato negli anni di piombo anche il segretario della Cgil, Luciano Lama. Non esistono, diceva, i terroristi rossi, i brigatisti, i compagni che sbagliano: esistono solo dei criminali. Ma quelli non se ne davano per inteso, continuavano a esistere, a sparare e compilare "risoluzioni strategiche". Nel paese Italia, specie nella provincia, c' è sempre stata la consuetudine di rifiutare l' esistenza del nemico di casa e di cavarsela con il nemico venuto da fuori. Ogni malefatta, omicidio, rapina, rissa, accoltellamento è stata sempre e subito attribuita a quelli arrivati da fuori; anche a Novi Ligure dove la strage familiare compiuta da una figlia e dal suo fidanzato fu subito collegata a un extracomunitario che giocava a biliardino nell' oratorio parrocchiale. Si può anche sostenere che il terrorismo più sfrenato, se compiuto da noi, è guerra legittima, che radere al suolo la città del nemico è un dovere, ma da questo reciproco terrorismo non se ne esce, vedi l' ultima risposta dell' occupante americano dell' Iraq all' insorgenza, o resistenza, o criminalità diffusa islamica: l' operazione "martello d' acciaio", tipica rappresaglia terroristica, villaggi e quartieri bombardati dall' aviazione, rastrellamenti notturni in cui non si fanno distinzioni, abolizione dei diritti umani e di qualsiasi legge di guerra con il plauso dei nostri professori "liberali" e cristiani che dicono della maniera forte "così si fa, era l' ora" . Nei fatti il terrorismo islamico c' è e, come tutti i terrorismi, chiama il controterrorismo, ma per esorcizzarlo si finge che non ci sia e si chiama pace la guerra. Il rito funebre per i carabinieri uccisi a Nassiriya si è svolto sotto il segno dell' ossimoro commovente ma irrazionale degli "eroi della pace", cioè dei componenti di una spedizione militare armata che svolgeva in Iraq un' azione di presidio e di polizia di dichiarato appoggio all' occupazione americana. Abbiamo una propensione agli ossimori che conciliano i contrari. Il maresciallo Badoglio il 25 luglio del ' 43 annunciò al paese "la guerra continua" nel giorno stesso in cui dava il via all' operazione armistizio per uscire dalla guerra. Poi è venuto il partito comunista del doppio binario, il partito "di lotta e di governo"; poi il democristiano Aldo Moro inventò le "convergenze parallele" e il cavalier Berlusconi "la Casa delle libertà" per praticare le sue censure, e la serie lunghissima degli ossimori di regime come "la giustizia assassina", la "innocenza del condannato Previti" o "le riforme come controriforme" o "l' Europa contro l' Europa" e tutto il dire e disdire messo insieme dalla sua discesa in campo. L' uso dei contrari per liberarsi di ogni responsabilità, per superare ogni difficoltà, per risolvere ogni enigma, rende il mondo in cui viviamo incomprensibile, imprevedibile. Nell' operazione per la pace dei nostri soldati in Iraq erano compresi la ricerca e l' arresto di quattro persone sospette, azione all' evidenza utile alla occupazione militare del paese, tanto è vero che i quattro sospetti sono stati consegnati all' intelligence americano, ma all' evidenza ostile all' insorgenza o resistenza o la si chiami come si vuole irachena. Per dire che con queste astuzie linguistiche, con questi giochi della propaganda, non si va molto lontano, non si sciolgono i nodi presenti e futuri. Che cosa dovranno fare i nostri soldati a Nassiriya ora che sono stati duramente colpiti? Ritirarsi come si sono ritirati in un campo trincerato fuori dalla città, cioè rinunciare all' operazione di pace? Il cavalier Berlusconi, che ostenta il suo pianto per i caduti mostrando il fazzoletto bianco con cui si asciuga le lacrime, si muove a suo agio nella tradizione da lui definita "delle mamme e dei figli" l' ennesimo ossimoro italico che concilia il familismo delle madri con il militarismo dei figli. Oggi un militarismo di professione in cui la guerra non solo è la stessa cosa della pace ma anche del lavoro, come si può capire dalla lingua ufficiale del nostro interventismo «abbiamo fatto un buon lavoro», «dobbiamo restare in Iraq per completare il lavoro» . Il rito funebre ha anche rivelato un' altra continuità italiana: la presenza compatta di quelle che noi chiamiamo le autorità: generali gallonati, il petto coperto di nastrini, ministri, sottosegretari, cardinali, portaborse, consigliori che hanno occupato metà della basilica romana, la metà in bella vista, relegando nel fondo parenti e amici delle vittime, come a dire: la patria siamo noi e come vedete noi siamo sempre qui. Il gioco delle parole è comodo ma non serve, il terrorismo islamico esiste, è un fenomeno storico devastante per tutti che in Algeria ha ucciso duecentomila credenti nell' Islam. Esorcizzarlo con i riti e con le parole non serve.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …