Marco D'Eramo: Cleveland, Ohio. Nel cuore della rust belt

20 Ottobre 2004
Devi stare attento a non buttare un cerino nel lago Erie e nel fiume Cuyahoga, altrimenti s'incendiano: così afferma la più nota battuta sull'inquinamento di Cleveland. E certo è che quando guidi sulla sopraelevata che entra ed esce dalla città, sei oppresso dalle volute pesanti di fumo che da tutto l'orizzonte sbuffano lente dalle ciminiere delle fabbriche: e quel che vedi e odori è il risultato di 30 anni di deindustrializzazione. Immagina come doveva essere all'inizio degli anni `60! Siamo qui nel cuore della "cinta della ruggine" (rust belt), la fascia di stati di vecchia industrializzazione ormai al tramonto, che comprende l'ovest dello stato di New York (Buffalo), la Pennsylavania, l'Ohio, il Michigan, il Missouri, e in parte l'Illinois. Certo, a paragone di Detroit il centro di Cleveland sembra un'oasi di serenità e opulenza. Ma se invece arrivi da Chicago, ti viene il magone, con le vie centrali deserte durante i giorni di lavoro, con molti negozi chiusi. In centro non c'è nessun posto in cui poter comprare un frutto. Una sola piccolissima libreria che non ha nemmeno una mappa di Cleveland. Impossibile trovare per strada il ‟New York Times” e il ‟Wall Street Journal”. Lo sfacelo comincia a pochissimi isolati dagli alberghi di lusso. Da lì si stende la terra di nessuno delle fabbriche abbandonate, capannoni sventrati, cancelli arrugginiti, vetrate infrante, interminabili rettilinei senza mai un pedone.
E pensare che nel 1950 Cleveland era la quinta metropoli Usa: oggi, con 2,9 milioni di abitanti, è solo la sedicesima. E la città vera e propria contava 914.000 abitanti: oggi sono 470.000, quasi la metà. Perché la sua è una storia da manuale: fu fondata nel 1796 dal generale (e speculatore) Moses Cleaveland (da cui, per corruzione il nome della città) e vivacchiò fino al 1832 quando fu aperto il canale che univa il grande lago Erie al fiume Ohio. Da quel momento Cleveland divenne una città portuale. Il secondo fattore fu il minerale di ferro che a partire dal 1855 fu spedito qui via acqua sui grandi laghi dal Minnesota e dal Michigan. Da allora Cleveland divenne uno dei maggiori centri industriali degli Stati uniti: tra il 1850 e il 1900 la sua popolazione aumentò di più di 22 volte, da 17.000 a 382.000 abitanti. Il ferro dal nordovest e il carbone da est (Pennsylvania e Ohio orientale): fu così che Cleveland divenne un centro nevralgico dell'industria siderurgica statunitense. Con la guerra civile (1861-1865) l'industria si estese agli armamenti.
Fu qui che nel 1870 John D. Rockfeller fondò la Standard Oil (of Ohio), il colosso petrolifero antenato delle sette sorelle. E, quando a fine `800 nacque l'industria automobilistica, Cleveland divenne una delle grandi produttrici delle componenti per le corporations di Detroit, ed è ancora il centro dell'industria dei pneumatici. La Euclide Avenue, dove oggi rimangono solo alcuni teatri, era "il viale dei milionari", accaniti collezionisti di pittura. Tanto che a tutt'oggi, vicino a caseggiati decrepiti puoi visitare uno dei più ricchi musei d'arte del mondo.
Nel XX secolo, come in tutti gli altri grandi centri industriali del nord (Chicago, Detroit, New York, Buffalo), la prima guerra mondiale interruppe l'immigrazione dall'Europa, proprio quando le industrie belliche erano affamatissime di mano d'opera, provocando così la grande migrazione dei contadini neri dal sud al nord, che cambiò la geografia umana degli States. Il fenomeno si ripeté con la seconda guerra mondiale e anche dopo, quando la massa di immigrati neri spinse parte della popolazione bianca ad andarsene dalla città e a spostarsi nei suburbi: in effetti, fino al 1970 la popolazione della Cuyahoga County continuò a crescere, mentre quella della città di Cleveland diminuiva. Così oggi la composizione razziale delle varie aree dell'Ohio somiglia al processo di concentrazione degli ingredienti che si osserva nella catena alimentare: i neri costituiscono l'11,5% degli abitanti nell'Ohio, il 14,5% nell'Ohio nordorientale, il 20% nell'area metropolitana di Cleveland (otto contee), il 26% nella contea Cuyahoga e il 51% nella città di Cleveland. La classe operaia e la presenza nera sono i due fattori che da sempre fanno di Cleveland una roccaforte democratica. La forza democratica però s'indebolisce man mano che ci si allontana dalla città e ci s'inoltra nei suburbi più distanti, e benestanti.
Ma a partire dal 1970 anche la popolazione della contea prese a scemare perché allora cominciò quel declino industriale che non si è ancora fermato. Le fabbriche chiusero e chiudono l'una dopo l'altra. La contea Cuyahoga aveva 1,7 milioni di abitanti nel 1970, ne ha 1,4 oggi. Nel decennio boom degli anni `90, il ritmo di crescita di Cleveland è stato del 40% inferiore alla media nazionale.
È un panorama economico tetro che non accenna a schiarirsi: in un sondaggio pubblicato quest'estate, solo il 39% degli intervistati ha fiducia nel futuro economico della città; il 60% è sfiduciato.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …