Marco D'Eramo: Presidenziali. Nel "pastore pazzo" lo spirito del Wisconsin

29 Ottobre 2004
È l'elezione più importante dopo quella del 1932, quando fu eletto Franklin D. Roosevelt che varò il New Deal. Per me è l'elezione della mia vita" dice Larry Marx, 44 anni, direttore co-esecutivo della ‟Wisconsin Citizen Action”, la più importante Ong di questo stato settentrionale che, a nord di Chicago e dell'Illinois, si adagia tra il lago Michigan a est e il fiume Mississippi a ovest. Il Wisconsin è un altro degli stati in bilico in cui sarà deciso il voto di martedì prossimo. La ‟Wisconsin Citizen Action” ha 70.000 iscritti e raccoglie più di duecento associazioni (sindacali, di femministe, di difesa delle tribù indiane, di disabili). Come tutte le altre organizzazioni ha partecipato intensamente alla campagna elettorale, allo sforzo di far iscrivere alle liste nuovi votanti: "Per esempio c'è una grande differenza nel voto delle donne sposate e di quelle celibi. L'affluenza alle urne delle sposate è più alta della media nazionale - "sopravvotano" -, e per un riflesso di paura, di timore per la sorte dei figli, votano più per Bush, mentre le single sottovotano rispetto alla media nazionale, anche se sono più filodemocratiche. Quindi noi abbiamo concentrato il nostro sforzo sull'iscrizione alle liste delle singles : nell'ovest dello stato si sono iscritte 70.000 nuove elettrici".
Ma soprattutto Larry ce l'ha con se stesso e con la sinistra: "Sono 30 anni che la destra combatte una spietata guerra ideologica. La sua azione è combinata, strutturata, sinergica. Per esempio qui la Confindustria locale, la Wisconsin Manufacture and Commerce, fa azione di lobby per promulgare leggi che nel parlamento statale sono portate avanti dall'American Legislators of Exchange Council, un'associazione di deputati presente in tutta la nazione che in modo coordinato promulga disegni legge contemporaneamente in 20-30 stati; a loro volta questi disegni legge sono sostenuti da ricerche partigiane condotte da istituti di ricerca - come il Wisconsin Policy Research Institute - finanziati dalle grandi fondazioni di destra. Per esempio qui a Milwaukee la famiglia Bradley ha dato 400 milioni di dollari. La destra ha poi permeato tutte le radio e le tv qui nel Wisconsin meridionale: appoggiato dalla lobby confindustriale, e valendosi della documentazione fornita da un istituto di ricerca, il deputato di destra propone una legge-camicia di forza per le finanze pubbliche, ed ecco che i talk shaw come quello di Mark Belling organizzano un bel dibattito tra il confindustriale, il deputato e il ricercatore. Insomma, la destra ha puntato a conquistare l'egemonia in modo molto più deciso e organizzato, è stata più gramsciana dei liberal e dei progressisti. È la destra che impone il suo ordine del giorno. Ormai l'unica alternativa che ci è lasciata è quella di scegliere tra `meno stato' e `niente stato'. Invece da almeno 30 anni la sinistra ha rinunciato a una visione del mondo: Ronald Reagan non propose alcune riforme parziali, ma un'intera visione del mondo, un'ideologia. È ironico che, decretando la morte delle ideologie, la destra abbia fatto trionfare in modo inaudito la sua ideologia. Il messaggio dei candidati non è buono o cattivo di per sé, è buono se sostenuto da una visione della società. E noi siamo tutti dentro la visione della destra".

Repubblicani esagerati.
Di opinione contraria è Linda Honold, presidentessa del partito democratico del Wisconsin. Avviata verso la cinquantina, matronale, bionda con gli occhi azzurri, seduta in un bar del distretto storico, dice che la tesi di Larry Marx è stata vera per anni, e che a ogni scadenza i repubblicani si spostavano sempre più a destra forzando i democratici a seguirli. Ma adesso, secondo lei, i repubblicani hanno esagerato e il pendolo si sposta dall'altra parte. Quando le chiedo come mai è entrata in politica, risponde che finito il liceo fece la scelta sbagliata: si sposò ed ebbe una figlia (che ora ha 29 anni) ma suo marito si rivelò un violento che l'abusava. Così divorziò e come madre single si ritrovò a dipendere dall'assistenza pubblica, grazie alla quale riuscì a laurearsi e prendere un dottorato in scienza dell'organizzazione.
Il suo impegno nel partito democratico è stato il suo modo di ripagare il debito con la società che l'ha aiutata, dice (ora è risposata e mi viene detto che suo marito è molto agiato). La sua specializzazione nello sviluppo delle organizzazioni l'ha messa in pratica proprio in questa campagna elettorale. "In tempi non di elezioni il nostro apparato di partito in Wisconsin si limita a cinque membri a tempo pieno, è scheletrico. In un baleno siamo dovuti passare da un'organizzazione di 5 persone a una di 700". Ma dove avete trovato persone disposte a intraprendere un lavoro di un solo anno a tempo pieno? "Molti sono studenti che hanno preso un anno o un semestre di permesso dall'università, altri hanno chiesto un'aspettativa non pagata dal lavoro, alcuni infine si sono proprio licenziati per venire a lavorare da noi".
Linda è convinta che il martedì Kerry vincerà: "Contro un presidente uscente la strada è sempre in salita, mica volevamo giocarci tutte le nostre carte a luglio. Non volevamo passare in testa ai sondaggi a settembre sparandoci tutte le cartucce: ora che faremmo? Noi dobbiamo raggiungere la cima non ad agosto, ma esattamente il 2 novembre. Nel 1992 a settembre Bill Clinton era terzo, dietro a George Bush padre e Ross Perot, distanziato di 20 punti nei sondaggi".
I contatti con Larry Marx e Linda Honald me li ha procurati Louis Fortis, poliedrico personaggio. Nel suo ufficio vedo il diploma di Ph. D., di dottorato in economia rilasciato dall'università del Massachusetts, accanto ai suoi attestati di deputato del Wisconsin: è stato membro del parlamento dello stato per tre mandati (un biennio ciascuno) dal 1987 al 1993. Ora è proprietario e direttore del settimanale alternativo di Milwaukee, lo ‟Shepherd Express” ("Il pastore espresso"). Gli chiedo perché questo titolo: "Viene da un verso di Allen Ginsberg che parlava del crazy shepherd of rebellion, `il pastore pazzo della rivolta' e all'inizio il giornale si chiamava ‘The Crazy Shepherd’. Poi c'è stata una fusione con un settimanale, ‘Express’ , e - malauguratamente - è saltato il ‘Crazy’ , il 'pazzo'". Nei settimanali "liberi" (o gratis) Usa, è rarissimo che il direttore sia il proprietario: "Ero stato mandato qui a salvarlo perché era in pessime acque. Ho cominciato a coprire i debiti un po' di tasca mia e un po' ricorrendo al mio credito. Per fortuna erano anni di boom in Borsa ed ero in grado di firmare assegni sempre più grossi, finché sono diventato l'azionista di maggioranza. All'inizio c'era un direttore, ma anche tra giornalisti liberal c'è un disprezzo per la politica, sempre 'sporca', e poi c'era un clima professionale insano, di pigrizia, sciatteria. Quando sono arrivato qui mi avevano predetto che tra i giornalisti, `un terzo si sarebbe dimesso, un terzo dovrai cacciarlo e un terzo resterà'. Non era molto distante dalla realtà. Alcuni licenziati continuano a collaborare come rubrichisti, e certo me ne vogliono".

La patria di McCarthy.
Oltre che gentilissimo nei miei confronti (la sera mi porterà a bere con altri esponenti dell'establishment cittadino), Louis Fortis è adrenalinico, qui si dice workalchoolic (drogato di lavoro), e dall'anno scorso si è imbarcato in una nuova impresa: è uno dei due fondatori del International Film Festival di Milwaukee, dove si proiettano un sacco di bei film politici, palestinesi, afroamericani (per l'Italia c'è La meglio gioventù). Chiedo a Louis come mai uno stato progressista come il Wisconsin - è proverbiale l'espressione "spirito del Wisconsin" -, possa persino essere conquistato da Bush. "Il Wisconsin è come tutta l'America: schizofrenico. È vero che Milwaukee è stata una delle pochissime città americane a essere governata per quasi quarant'anni da sindaci socialisti, ed è vero che il parlamento del Wisconsin è stato uno dei pochi ad avere deputati socialisti, ma questa è anche la patria di Joseph McCarthy che negli anni `50 lanciò la caccia alle streghe contro i comunisti (se è per questo, mi accorgo in fase di documentazione, il Wisconsin è anche patria del generale bonapartista Douglas MacArthur e, curiosità, del mago e prestigiatore Houdini). E poi il movimento progressista in Wisconsin è di marca repubblicana: il suo maggiore esponente, Bob La Follette, era repubblicano. Solo negli anni `50 si è cominciato a ricostruire qui il partito democratico. Negli anni `80 la svolta a destra l'ha provocata Tommy Thompson, governatore per 14 anni (dal 1987 al 2001) e ora è ministro per la salute e i servizi umani nell'amministrazione Bush, un uomo abile, duro, ma che si presentava alla mano". Linda Honald aveva detto: "È un tagliagola che si atteggia a brava persona, uno specialista delle suppletive: dove vedeva un deputato o un senatore democratico il cui distretto poteva pendere verso i repubblicani, subito appoggiava la nomina di questo parlamentare a una carica statale o federale, così il seggio si rendeva vacante e con la suppletiva diventava feudo repubblicano". "Comunque adesso abbiamo tutti e due i senatori e il governatore democratici. E il senatore in lizza Russ Feingold - l'unico ad aver votato contro il Patriot Act nel 2001 - sarà rieletto facilmente", dice Louis che mi regala un pass per andare a vedere un film del suo festival.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …