Giorgio Bocca: Peggio di così non poteva andare

17 Dicembre 2004
In una vignetta di Altan si legge: "Poteva anche andare peggio". No, peggio di così non poteva andare. C'è nell'Italia di oggi, nelle Italia del regime berlusconiano, una eclisse del buon senso comune, del rispetto dei valori comuni che aveva connotato la nostra vita nella Repubblica democratica. C'è il vuoto. E c'è la stanchezza crescente per questo vuoto, che la televisione moltiplica nel nostro sempre più vuoto universo. Che noia sentir ripetere nei giorni di Sant'Ambrogio su tutte le reti in tutti i programmi che la riapertura della Scala era "un trionfo per Milano, anzi per l'Italia, anzi per il mondo". Un trionfo a spese del sistema bancario che, come è noto, è fra i più avidi e ladri d'Europa e del mondo.
E siccome la grossolanità del potere non ha limiti, questo trionfo è stato offerto in collegamento televisivo, a chi? Ai carcerati di San Vittore, agli emarginati della società, che si godessero lo spettacolo dei loro concittadini che, per una poltrona alla prima, hanno speso 2 mila euro, con le signore in abiti da milioni di vecchie lire. "Il suo vestito di chi è?", è stato chiesto alla signora Letizia Moratti, ex broker genovese attualmente ministro dell'Istruzione. "Una cappa di Armani", ha detto. Una cappa di Giò lo stilista, Giorgio Armani che compariva sugli schermi come accompagnatore di Sophia Loren che si schermiva con i cronisti mondani: "Che volete che vi possa dire una che è partita da Pozzuoli". Negli anni in cui era alla guida del partito comunista, Palmiro Togliatti fece visita al banchiere Raffaele Mattioli e, indicando alle pareti la collezione dei classici italiani della Ricciardi, commentò: "Ecco un baluardo che nessuno potrà mai abbattere". Per dire che anche nell'Italia della guerra fredda e delle ideologie contrapposte c'era un patrimonio comune, una gerarchia dei valori da tutti riconosciuta.
Il fatto che questo comune riconoscimento dei valori sia quasi scomparso nell'Italia di oggi dimostra che peggio non poteva andare. Di quel comune rispetto dei valori faceva parte una morale da tutti accettata, la morale della legge mosaica, del non rubare, non uccidere, non dire falsa testimonianza, oggi tranquillamente violata dai potenti che corrompono i giudici, comprano la sentenza, modificano a loro piacere le leggi. Era corrotta anche la società borghese del Regno, corrotti i politici ladri dello scandalo della Banca romana, anche la famiglia Savoia, ma neppure il tribunale prezzolato che mandò assolti i colpevoli osò fare l'apologia di reato che oggi è di uso comune.
No, non poteva andare peggio, non poteva avverarsi un peggior disfacimento della democrazia, dell'informazione, del giornalismo di regime che scrive: "È quasi imbarazzante dover dire che l'intervento di Silvio Berlusconi sulle pensioni era semplicemente perfetto: comunicazione limpida, elegante, convincente per evidenza". E si citava un intervento alla Camera trasmesso da tutte le televisioni pubbliche e private, tutte in qualche modo roba sua. In questo intervento si annunciava la fine dello Stato sociale, la crescente spaccatura del paese fra i ricchi sempre più protetti e premiati e i poveri sempre più abbandonati a se stessi.
Come si vive nel regime? Le persone civili con crescente stanchezza. Stanchi di non capire che cosa è questa politica propagandistica e truffaldina delle grandi opere e delle riforme controriformiste, del finto taglio delle tasse, dell'americanismo pagato con l'alleanza militare, con la guerra. E questa partecipazione a guerre più grandi di noi avvilisce, ci implica in sporche faccende. Due grandi afflizioni ci aspettano ogni giorno: l'incapacità di capire ciò che sta accadendo e l'emarginazione progressiva, automatica della gente comune come noi da parte delle tecniche finanziarie e della comunicazione nelle mani di pochi e sempre nel segno di un autoritarismo crescente.
No peggio di così non poteva andare.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …