Gabriele Romagnoli: San Valentino una festa dell’Islam?

25 Febbraio 2005
È lecito innamorarsi? Per un infedele suona come chiedere se lo sia ammalarsi: prima o poi capita. Nel suo imprevedibile cammino la vita ha alcune tappe imprescindibili e non c’è vaccino che tenga. Ma la religione, l’Islam in particolare, può pensarla diversamente: tutto si crea e tutto può essere evitato, anche l’innamoramento. Alla vigilia della festa di San Valentino una giovane egiziana di nome Lamya si è rivolta a un sito che emette fatwa on line. Le fatwa sono editti che hanno valore di regola per il comportamento dei fedeli musulmani. Quelle su Internet non sono riconosciute, ma in questo caso gli estensori hanno fatto riferimento a pareri emessi dalle più alte autorità religiose. Il dilemma di Lamya era: quale posizione ha l’Islam sulla festa di San Valentino? In risposta le è giunta la citazione di una fatwa dello sceicco Suad Ibrahim Salih, docente di giurisprudenza islamica all’università di Al Azhar. Dice che non bisogna abbassarsi a imitare i riti dell’Occidente, che la festa di San Valentino non ha un fondamento religioso, già ci sono abbastanza ricorrenze per tenere insieme le persone, aggiungerne un’altra sarebbe "bidah", una innovazione da non approvare. Conclude, senza che gli si possa dare torto: "l’amore che si nutre va dimostrato ogni giorno dell’anno e non in una data particolare, scelta da altri". A giovamento spirituale dei giovani internauti musulmani un link rimandava a un’altra fondamentale fatwa in risposta al quesito: nell’Islam è consentito innamorarsi? La risposta era attribuita a un gruppo di mufti, con particolare riferimento al parere dello sceicco Ahmad Kutty. Premesso che "l’amore e l’odio non vengono dall’uomo, ma da Dio", considerato che l’innamoramento è "una sensazione e come tale non può essere né lecita né illecita", si ricorda che, tuttavia, "chi prova questo sentimento è portato ad allontanarsi dalla purezza", spinto alla "tentazione di frequentare da solo una persona dell’altro sesso". Quindi sarebbe meglio evitare la trappola, lasciare che la compagnia della propria vita venga altrimenti determinata. L’ammonimento dei mufti è: "Non credete a tutte le storie raccontate da giornali, libri e film. I matrimoni migliori sono quelli che nascono con un minimo d’affetto e poi crescono, crescono finchè marito e moglie varcano insieme le porte del paradiso". Prestando fede a questo insegnamento nelle patrie dell’Islam più conservatore oggi le donne organizzano feste tra loro aspettando quel compagno "da amare ogni giorno di più", indicato da un dio che assomiglia miseramente al loro padre.

Gabriele Romagnoli

Gabriele Romagnoli (Bologna, 1960) Giornalista professionista, a lungo inviato per “La Stampa”, direttore di “GQ” e Raisport è ora editorialista a “la Repubblica”. Narratore e saggista, il suo ultimo libro è …