Giorgio Bocca: Il prezzo del giro di vite

12 Luglio 2005
Sono tornati nel nostro cielo fantasmi, pregiudizi, paure, contraddizioni che credevamo relegati per sempre all´ultima guerra mondiale, non ripetibile, stagione di follia collettiva. E invece ci risiamo, basta osservare la congerie di problemi urgentemente posti dalla guerra al terrorismo: necessari ma da pagare con le limitazioni delle libertà e dei diritti personali. Non evitabili se si vuole che le società civili sopravvivano ma esposte a eccessi o a deviazioni. In queste ore i governanti europei discutono sulle misure da prendere per prevenire e battere il terrorismo e non si capisce bene se si apra una stagione di maggior chiarezza o di grandissima confusione. E il ministro britannico Clarke propone una soluzione da Grande Fratello: l´intero traffico telefonico, le voci dell´intero pianeta, dovranno essere conservate almeno un anno.
Perché, dice Clarke ‟sapere quali chiamate sono state fatte da quale numero da chi, a chi è di grande importanza per l´intelligence”. Dietro questa parola magica intelligence ci stanno però degli uomini in carne ed ossa con le loro umane debolezze. È assodato che gli avvisi di un attacco terrorista alle due Torri di Manhattan furono cestinati o trascurati proprio a causa della loro abbondanza e dell´assuefazione al loro allarmismo: ascoltare tutti coloro che gridano al lupo non garantisce la difesa dal lupo. Comunque i Paesi interessati hanno già dato il loro assenso di massima, non è questa l´ora in cui si possa dire di no a ciò che sembra utile alla lotta contro il demonio del terrore. Anche i nostri partiti, tutti, della maggioranza come dell´opposizione hanno dato il loro assenso di massima al pacchetto proposto dal ministro degli Interni Pisanu, ispirate a un incoraggiamento del pentitismo che la stessa destra proponente ha per anni sdegnosamente criticato: concedere il permesso di soggiorno a chi collabora, una ‟misura premiale” come si dice in gergo poliziesco, che ha dato buona prova nelle indagini sullo sfruttamento della prostituzione e nel traffico degli immigrati. Che non sono però la stessa cosa che indagare sugli stragisti. Torna poi di attualità uno dei cavalli di battaglia dell´ordine poliziesco: la proroga del fermo, lo snellimento delle procedure poliziesche a cominciare dagli interrogatori fatti immediatamente senza la presenza degli avvocati.
Questo snellimento è stato uno dei segreti polizieschi del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: arrestato un brigatista, il generale se lo lavorava a modo suo. Niente torture, niente botte, atteggiamenti da fratello maggiore, tu sei un peccatore ma io ti capisco, e subito incontri con i parenti, in piena libertà di colloquio, perché cosa vuoi che dicano e consiglino i parenti se non il pentimento con sottintesa delazione? Misure poliziesche difficilmente contestabili sull´efficacia. Ma il prezzo che si paga all´efficacia è noto: si rinuncia al diritto alla difesa legale, si rinuncia alle garanzie del processo, si limitano i diritti del cittadino, la presunzione di innocenza. Se si preferisce l´efficacia senza controllo alle garanzie si finisce dritti a Guantanamo, ai terroristi o presunti tali rapiti dovunque senza riguardo alle leggi locali, incappucciati, trasportati come pacchi postali. Si finisce certissimamente nelle discussioni senza fine se sia meglio l´intervento armato o il colloquio, la lotta alla povertà o l´invasione militare, il ritiro dall´Iraq o l´attacco all´Iran. E non c´è a quanto pare nessuna ragione, nessun argomento che possa convincere i falchi a diventare colombe. Non si direbbe che i metodi dei falchi per la violenza armata e carceraria abbiano sin qui dato grandi risultati non si direbbe che il gulag di Guantanamo abbia prodotto un´intelligence sporca ma efficacissima e che le guerre preventive abbiano diminuito gli orrori del mondo.
Da più parti si invoca un ritorno alle misure e alle leggi prese per combattere le Brigate rosse. Luciano Violante esorta a ripescare ‟senza isterismi l´esperienza della lotta al terrorismo degli anni Settanta”. Il primo effetto positivo di quella esperienza fu quello di coordinare il lavoro delle polizie e dei magistrati e anche quello dei partiti, ma non sarà facile ripetere quell´esperienza in una vigilia elettorale in cui tutti vogliono mettere le mani sulle informazioni e far uso dei loro segreti. Bisogna poi tener conto che lo stato dell´ordine nel nostro Paese pone ciascuno di noi di fronte a questo quesito: come sia possibile mobilitare tutte le risorse contro il terrorismo internazionale se continuiamo ad arretrare, a cedere di fronte a quello interno della malavita organizzata.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …