Giorgio Bocca: Devolution. Nazione svenduta dagli irresponsabili

18 Novembre 2005
Per un pugno di voti! Il potere è tutto per i politici ma che per il potere i moderati italiani vendano l´Italia a Bossi e alla Lega è mostruoso, inverosimile. Il fatto che sembri inverosimile agli stessi che lo celebrano in Parlamento, il fatto che tutti pensino al referendum abrogativo di questo obbrobrio, che tutti abbiano già provveduto a svuotare questa devolution o come tutti la chiamano alla maniera dialettale devoluscion, come una medicina intestinale, come una polvere anti piattole non è un segno di prudenza ma di irresponsabilità. Lo è soprattutto perché il federalismo italiano, questo tema centrale della democrazia italiana, questo tema che da Mazzini a Cattaneo fu il rovello degli italiani migliori è oggi gestito, come una partita di sottogoverno, da un gruppo di localisti senza arte né parte. Persino i vescovi sono scesi in campo per denunciare le storture, i rischi sociali e le ingiustizie che deriverebbero dall´Italia frammentata voluta da Bossi. E un minuto dopo l´approvazione della riforma Casini ha sentito il bisogno di smarcarsi, dichiarandola "non convincente": come a dire l´ho votata, ma ora gli italiani la boccino pure. A guardare la fotografia della famiglia regnante della Lega, Bossi con la moglie casalinga e i figli, c´è da rimpiangere persino la famiglia Savoia, con il re Vittorio "sciaboletta" e la regina montenegrina. E c´è da piangere con rabbia se si pensa alle immagini che la Resistenza ha lasciato al paese, i quattro partigiani delle Langhe che vanno alla fucilazione, senza una lacrima, con il fazzoletto partigiano al vento che arriva dal mare non lontano di Liguria, guardati a vista dai brigatisti neri ma non disperati, dopo di noi la vita continua, dopo di noi ci sarà una Italia libera.
Un trionfo di Bossi, hanno titolato alcuni giornali. Senza vergogna. Un solo iscritto di Alleanza nazionale, del partito nazionalista, il professore Fisichella ha avuto il coraggio di dire no a questo suicidio nazionale. Perché anche se i post-fascisti hanno venduto l´anima a Berlusconi, anche se l´Italia moderata rinnega la nazione per i soldi la nazione esiste. E di cosa si sono preoccupati i suoi compagni di partito? Non della sua scelta politica, ma del suo seggio in Parlamento: «Fisichella ce lo restituisca, è nostro».
La guerra partigiana è stata molto importante nella storia della nazione perché è stata una guerra di popolo volontaria per guadagnare il biglietto di ritorno dalla dittatura alla democrazia. Ma la peggiore calunnia che le sia stata e le sia ancora rivolta è che sia stata in parte guerra contro la nazione. Al 25 aprile del ‘45 essa era compattamente guerra unitaria e quando si seppe che in Sicilia era in corso un movimento secessionista le formazioni partigiane si offrirono di rimandare il congedo e di intervenire per l´unità.
L´Italia una del Risorgimento non è stata un modello di nazione. «Ah non per questo dal fatal di Quarto» ebbero a lamentare generazioni di italiani, non per le dittature borghesi, non per il Regno, poliziesco e gretto, non per la partitocrazia corrotta, ma pronti a difenderla come un bene raggiunto nei secoli, con il sacrificio degli italiani migliori, delle élites della cultura della scienza e dell´arte e non di una minoranza che sa esprimere solo una politica ricattatoria, che si proclama lombarda ma conta zero nella cultura della Lombardia, nella sua vita civile. Sappiamo come andranno a finire le cose: una crescita difficilmente controllabile di spesa pubblica, l´esatto contrario della lesina della grande destra risorgimentale. La libera, incontenibile, moltiplicazione delle cariche pubbliche, degli assessorati, delle auto blu, della democrazia dissipatoria. Con il risultato incredibile, paradossale che lo Stato viene chiamato a sostituire o a sostenere la classe dirigente: è di alcuni giorni fa lo scioglimento in Campania di cinque amministrazioni di grandi comuni commissariati con l´invio di magistrati. E una grande regione come la Sicilia è amministrata da un partito con tanti esponenti indagati o arrestati per mafia.
La devolution è votabile non solo dai leghisti che vi legano la sopravvivenza del loro partitino ma da tutta la democrazia dello scrocco e dei sussidi, la democrazia dei consulenti che fuori di ogni controllo mangiano e rubano per conto dei loro protettori politici.
Ma non ci sono le cifre, le statistiche a dimostrarlo? I poveri sono sempre più numerosi i ricchi sempre più ricchi. Le grandi opere si sono subito trasformate in grandi speculazioni. In questo stato dell´arte italico una finta devolution va bene a tutti coloro che hanno per regola di guadagnare di più e lavorare di meno. E chi li fa i conti? Li faranno i nostri nipoti e pronipoti.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …