Enrico Franceschini : "Gli anglicani tornano dal Papa", trattativa segreta con il Vaticano

20 Febbraio 2007
Si separarono a causa di un re che cambiava moglie troppo spesso, ora potrebbero tornare insieme grazie alle polemiche sui sacerdoti gay. Chiesa cattolica e chiesa anglicana stanno discutendo in segreto un progetto di una possibile riunificazione sotto l’autorità ‟del papa di Roma”. Lo rivela il ‟Times” di Londra chiarendo che il progetto è riassunto in un documento congiunto, preparato da vescovi delle due fedi, che è all’esame del Vaticano e dovrebbe essere reso pubblico entro la fine dell’anno. In tempo per evitare a Tony Blair, chissà, una conversione al cattolicesimo, religione di sua moglie e da tempo guardata con crescente interesse dal premier britannico, per ora costretto dal suo ruolo a restare fedele alla chiesa d’Inghilterra ma in procinto di diventare libero di fare la sua scelta non appena avrà dato le dimissioni, previste entro l’agosto prossimo.
Lo scisma tra anglicani e cattolici risale a cinque secoli or sono: fu Enrico VIII a consumare la rottura, perché il re d’Inghilterra era stufo di dipendere da Roma per ottenere il nulla-osta a nuove nozze, desiderando divorziare e risposarsi a suo piacimento. Da allora la chiesa anglicana ha due capi: il sovrano o la sovrana di turno, che ne incarna il potere temporale, e l’arcivescovo di Canterbury, che ne rappresenta il potere spirituale. Ma dal punto di vista della dottrina le due religioni non hanno sostanziali differenze. Ciò spiega, in parte, perché nel 2000 sia stata creata con tipico riserbo ecclesiastico una commissione mista, composta da vescovi anglicani e cattolici - scrive il Times - per studiare un progetto di riunificazione ‟sotto la leadership del papa”. Un documento di 42 pagine, intitolato "Crescere insieme nell’unità e nella missione" è stato compilato dalla commissione, presieduta per parte cattolica da un arcivescovo australiano, monsignor John Bathersby, titolare della diocesi di Brisbane, e per parte anglicana dal vescovo sudafricano David Beetge. ‟Noi”, afferma uno stralcio del documento pubblicato dal quotidiano, ‟invitiamo anglicani e cattolici a esplorare insieme i modi in cui il ministero del Vescovo di Roma possa essere offerto e ricevuto così da assistere le nostre due chiese a progredire verso la piena comunione ecclesiale”.
È chiaro che gli anglicani sarebbero pronti a sottomettersi all’autorità suprema del pontefice. Una sorta di ritorno del figliol prodigo all’ovile, a mezzo millennio di distanza dallo scisma, giustificata dalla sproporzione di forze: gli anglicani nel mondo sono appena 78 milioni, contro un miliardo di cattolici. Ma l’idea di una riunificazione deriva anche dai conflitti interni alla religione anglicana, lacerata da polemiche sull’ordinazione di sacerdoti di orientamento omosessuale: la corrente progressista e quella conservatrice sono impegnate in un braccio di ferro che minaccia di risolversi in una scissione. La crisi è aggravata dal fatto che la chiesa anglicana sta perdendo la sua identità di religione dominante in Inghilterra, dove il processo di secolarizzazione e il crescente flusso di immigrati da paesi come la Polonia fa sì che ormai, alle messe, ci siano più credenti praticanti cattolici che anglicani. La riunificazione servirebbe a rafforzare l’ala conservatrice e ad impedire il rischio di una graduale scomparsa della chiesa fondata da Enrico VIII.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …