Marco D'Eramo: Putin e Berlusconi. Affinità elettive

18 Aprile 2007
Sul ring di San Pietroburgo il campione russo Fedor Yemelyanenko e lo statunitense Matt ‟The Law” Lindland se le danno di santa ragione. È la finale del torneo ‟Russia contro America” di ‟lotta senza regole”, cioè di arti marziali estreme.
Trasmesso dalla tv di stato Rossiya, l'evento ha un parterre d'eccezione: in prima fila, senza cravatta, il presidente Vladimir Putin (cintura nera di judo) con, bianco vestito, l'attore Claude Van Damme (‟i muscoli di Bruxelles”) e un carismatico leader italiano in visita privata. Il presidente russo applaude tutti i colpi proibiti, sia sul ring, sia, in simultanea, in piazza, dove i reparti antisommossa pestano i dimostranti. ‟Repressione gonfiata dalla stampa” dirà il magnate Silvio ai giornalisti: le manganellate dei poliziotti contro gli inermi dimostranti illustrano bene quel che Berlusconi intende per libertà. Infine vince il russo contro l'americano. Putin lo abbraccia da collega: anche lui è capace di trionfare nella ‟lotta senza regole” sia sul tatami delle arti marziali, sia nell'arena politica, sia in piazza: mal incoglie a chi osa sfidarlo, come ha imparato l'ex campione di scacchi Garry Kasparov.
Benché assai meno atletico di Putin, anche Berlusconi è un fan della ‟lotta senza regole”. Lo riempie di gioia sincera che qualcuno chiamato ‟la Legge” venga massacrato, sia pure sul ring. Non per nulla ha eretto una ‟casa delle libertà”, in cui prendersi tutte le libertà, ‟senza regole”. D'altronde come altro si traduce la parola ‟deregulation”? Una sola perplessità: come la prenderà l'amico Bush nel vedere l'amico Silvio applaudire un russo che picchia ‟di santa ragione” uno yankee?

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …