Marco d'Eramo: Il “sindaco d'America” si gioca tutto in Florida

29 Gennaio 2008
Stanotte il presidente George Bush ha tenuto il suo ultimo discorso sullo Stato dell'Unione, in cui si è fatto bello per i progressi in Iraq proprio quando la preoccupazione numero uno per gli americani è la minaccia di recessione economica. E proprio oggi si tengono le primarie in Florida, stato importante. Ma la primaria democratica non avrà effetto perché il partito ha deciso di punire questo stato che ha anticipato a oggi la sua primaria per precedere il ‟supermartedì” 5 febbraio in cui voteranno 22 stati: perciò i delegati che oggi i floridiani eleggeranno non avranno diritto di voto alla convention di agosto. Ma Hillary Rodham Clinton ha lo stesso fatto campagna qui per radicarsi presso l'elettorato ispanico, l'unico in grado di pareggiare la supremazia che Barack Obama detiene presso gli afroamericani.
Ben diverso il peso che questa primaria avrà tra i repubblicani. Qui l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani si gioca tutto, come esito di una strategia suicidaria: Giuliani non ha partecipato a nessuna delle 5 primarie precedenti (Iowa, New Hampshire, Michigan, Nevada, South Carolina) e così è scomparso dai media e scivolato in fondo ai sondaggi. Giuliani aveva scelto la Florida perché sono tanti i pensionati newyorkesi che trascorrono il crepuscolo della loro vita all'ombra delle sue palme. In quanto ex-sindaco di New York, Giuliani riteneva di avere in mano un atout imbattibile. Oggi invece lotta per la sua sopravvivenza politica.
Ma non è solo la sua prolungata assenza dalla scena ad aver inficiato la posizione di Giuliani. È lo spostarsi delle paure americane: all'isterica paura di attentati terroristici, largamente istigata anche più di 6 anni dopo l'11 settembre 2001, dopo che in questi sei anni e mezzo non è scoppiato nemmeno un mortaretto, si è sostituito nel cuore degli americani il timore dell'impoverimento. Di fronte al portafoglio vuoto, ha perso presa la suggestione elettorale della ‟guerra al terrore”. E così l'uomo che si pavoneggia come ‟l'eroe dell'11 settembre”, colui ‟che sa come combattere il terrore”, vede dissolversi come neve al sole le sue armi politiche.
Lo schiaffo peggiore a Giuliani è venuto proprio dalla città di cui fu sindaco, lui che voleva diventare ‟il sindaco d'America”. Due sindacati della polizia di New York - la Captains Endowments Association e la Sergeants Benevolent Associaiton - hanno infatti appoggiato il senatore dell'Arizona John McCain. Il presidente del primo sindacato che comprende 3.000 capitani, Roy T. Richter, ha detto che ‟Rudy era al posto giusto in un momento di bisogno per il paese, ma noi crediamo che John McCain sia l'uomo giusto per guidare la nazione oggi”.
McCain ha sempre più vento in poppa. Alcuni sondaggi lo danno come l'unico repubblicano in grado di battere Obama o Hillary. E gli appoggi ufficiali fioccano. In Florida ha ottenuto già quelli di Charlie Christ, il popolare governatore dello stato (e successore di Jeff Bush, fratello di George), e di Mel Martinez senatore della Florida ed ex presidente del partito repubblicano, che ha definito McCain ‟il peggior incubo di Fidel Castro”, parole che hanno mandato all'aria i tentativi di Giuliani di corteggiare la comunità degli esiliati cubani in Florida.
Tutto ciò spinge il mormone ex governatore del Massachusetts Mitt Romney a spostarsi sempre più a destra. E proprio l'altro ieri è morto, a 97 anni, il presidente (e profeta) della Chiesa dei Santi dell'Ultimo Giorno, Gordon B. Hinckley, al cui funerale Romney vorrebbe partecipare, sperando che non coincida col proprio funerale politico.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …