Giorgio Bocca: In fondo a una cisterna

17 Marzo 2008
Sulla tragedia dei due bambini di Gravina trovati morti in una cisterna, sono state date migliaia di versioni. Ma in questa molteplicità di voci, di lamenti, di sdegni non abbiamo trovato un atto di coscienza né dello Stato, né della regione, o del comune, o della sanità pubblica, o della magistratura, insomma delle istituzioni. Lo Stato non ha dato risposta alle domande che mettono in gioco la sua ragion d'essere.
A Gravina c'era un edificio abbandonato in cui un pozzo profondo venticinque metri scendeva in una cisterna senza vie d'uscita. Possibile che fosse senza copertura? Perché il Comune e le pubbliche autorità non si sono mai curate di coprirlo? A Gravina, come in molte altre città italiane, si piange, si depreca, si portano mazzi di fiori sui luoghi della tragedia, si applaude al passaggio delle bare durante i funerali, riti funebri dal sapore arcaico con le donne che urlano lamenti come le prefiche, ma la società, lo Stato, dove sono?
Due bambini scompaiono, li si cerca per mesi, loro padre è sospettato di averli uccisi, la polizia e le squadre di volontari esplorano città e campagna. Ma che tipo di ricerche e di esplorazioni furono, se non ci si accorse dei due cadaveri nella cisterna? Furono ricerche serie, oppure ci si accontentò di lasciare dei segni con la vernice rossa sulle pareti, come prova che erano avvenute? E qualcuno delle pubbliche autorità si è chiesto come mai in una cisterna larga pochi metri non siano stati visti i due bambini morti, che pure indossavano abiti visibilissimi? Le pubbliche autorità trovavano normale che gruppi di ragazzi ogni giorno corressero rischi mortali correndo fra i ruderi?
Ci siamo rilette le spiegazioni che polizia, magistratura, cittadini hanno dato di questa mancanza di prevenzione e di attenzione, e abbiamo trovato resoconti incomprensibili, in un burocratese infarcito di frasi dialettali. Che cosa abbiamo capito? Che la nostra resta una società per molti aspetti primitiva e arretrata in cui il controllo sociale si riduce all'antico luogo comune 'facciamoci gli affari nostri'.
A Gravina tutti si conoscono e si sorvegliano. Ci sono anche le telecamere che registrano ogni movimento, anche una telecamera che vide passare uno dei fratellini, quello che aveva i pantaloni bianchi. Ma questa sorveglianza totale, questa civica onniscienza finiscono, come i due bambini, in una cisterna senza uscita, nel buio fondo dell'omertà, dell'irresponsabilità, del 'qui lo dico e qui lo nego'. La magistratura ha inquisito il padre dei due bambini senza arrivare ad alcuna certezza, creando il solito processo indiziario. La ragione è che è assai difficile fare giustizia in un paese in cui manca l'essenziale per farla: il consenso e la collaborazione dei cittadini, dove chi ha visto tace, chi sa non parla, sicché ogni fatto di cronaca nera si trasforma immediatamente in un giallo irrisolvibile.
Anche la strage di Erba, che nonostante i testimoni oculari e le ripetute confessioni degli assassini, è un giallo in cui si cerca il fantomatico 'terzo uomo'. Un giorno a Lugano, che sta nella Svizzera italiana, cioè abitata da italiani come noi, vidi un tale arrivare in auto e posteggiare davanti a un negozio sul lungolago dove la sosta è proibita. Se ne andò mentre dal negozio usciva di corsa una commessa che, non essendo riuscita ad avvertirlo, telefonò alla polizia che subito arrivò per mettergli la multa sul parabrezza. Dicono che la Svizzera, anche quella abitata dagli italiani, sia un Paese noioso e anche un po' gretto, ma fabbrica orologi che funzionano, amministrazioni efficienti e persino barche che vincono la coppa America, il campionato del mondo.
A Gravina, come in altre città italiane, gli abitanti sono intelligenti, pronti, per nulla noiosi, ma continuano a soffrire e a morire anzitempo perché la società, cioè lo Stato, per loro resta un estraneo di cui diffidare.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …