Marco D'Eramo: Sinistra. Corsi di recupero

05 Maggio 2008
Una catastrofe si è abbattuta sulla sinistra europea che ormai - come Atlantide - s'inabissa nei flutti della politica. Almeno a stare ai commenti fin qui letti. Verrebbe da dire: calma e sangue freddo. Se il Labour cede Londra e Alemanno vince Roma, subito diventa epocale affondamento della sinistra: quando pochi anni fa il Labour faceva sua Londra e la sinistra coglieva Roma, nessuno parlava di disfatta storica della destra mondiale. Né la vittoria di Zapatero in Spagna è stata salutata come una Beresina del conservatorismo.
A pensar male si fa peccato, ma di fronte a visioni tanto apocalittiche s'insinua un sospetto. C'è infatti un particolare artificio retorico che consiste nell'ingigantire le difficoltà al punto di renderle insormontabili. L'immanità del problema diventa alibi d'immobilismo. Che dal '900 la struttura di classe sia cambiata e i modi di sfruttamento mutati, lo sappiamo da decenni, e alcuni di noi hanno chiesto - invano - di trarne le conseguenze teoriche e politiche. Ma che le attuali sconfitte elettorali vadano attribuite alla mutata struttura di classe e ai nuovi rapporti di produzione, beh è davvero grossa: in Italia due anni fa la Sinistra arcobaleno aveva il 10% dei voti; oggi è scomparsa: in due anni è forse cambiata la struttura sociale italiana? Due anni fa Veltroni otteneva il 61% , oggi Rutelli non arriva al 47. Nell'Urbe 24 mesi hanno forse mutato i rapporti di produzione? Ma quando mai! Le origini della disfatta hanno nomi, cognomi e indirizzi. I dirigenti di sinistra hanno condotto una politica suicidaria. Il governo Prodi è stato un disastro: di fronte all'iniqua redistribuzione dei redditi provocata dall'euro, è mai possibile che dovessimo aspettare Mario Draghi perché qualcuno proponesse di aumentare i salari? E la campagna elettorale è stata un flop clamoroso: scomparso l'ambiente, cancellata la politica estera, rimossa la laicità.
L'analfabetismo politico di ritorno è tale che, approfittando della disoccupazione forzata, qualcuno a sinistra dovrebbe frequentare corsi serali. Per imparare di nuovo che compito di una forza politica è rappresentare gli interessi del blocco sociale che la elegge. I partiti del movimento operaio nacquero per rappresentare gli interessi operai, non quelli dello stato nazione. Al contrario, Margaret Thatcher e Ronald Reagan hanno rappresentato a perfezione gli interessi della propria coalizione sociale: hanno fatto il loro mestiere di destra. A forza di condoni edilizi e fiscali, Berlusconi rappresenta benissimo il popolo dell'Iva. Invece il governo di centrosinistra tutto ha fatto, fuorché rappresentare gli interessi del blocco sociale che l'ha eletto - grosso modo tutti coloro, a retribuzione fissa, che continuano a guadagnare in lire pur spendendo in euro. Se la sinistra si mettesse a rappresentare gli interessi dei gruppi che la elessero, potrebbe accadere, udite, udite, che i verdi si occupino di ambiente invece di lasciare alle tv berlusconiane la denuncia dell'immondizia in Campania.
La sinistra ‟radicale” eviterebbe quell'opera buffa intitolata ‟Il tesoretto smarrito” (poi ritrovato e indi riperso). Insomma sboccerebbe di nuovo quella sconvolgente idea per cui vince chi fa bene il proprio mestiere, a cominciare da noi, giornale della sinistra.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …