Marco D'Eramo: Presidenziali USA. Chiamata alle armi

09 Settembre 2008
Alla fine ce l'ha fatta John McCain a ottenere la candidatura per la presidenza degli Stati uniti. Ci aveva provato 8 anni fa, ma George Bush l'aveva mandato al tappeto con una campagna di malignità e insinuazioni. Ieri sera, con l'acclamazione di tutti i delegati, il senatore dell'Arizona si è preso la sua rivincita. Ma a Bush non gliela ha ancora perdonata. Tanto che McCain ha fatto di tutto per non farlo venire di persona qui a St. Paul. È impressionante come la Convention repubblicana abbia gettato via otto anni di presidenza come nulla fosse, nascondendo sotto lo stuoino il presidente uscente (che in teoria è ancora il capo del partito). Va detto che la meteo ha dato una mano a McCain inviandogli a fagiolo l'uragano Gustav.
Sarà forse per gratitudine al cielo che McCain si è trasferito armi e bagagli nel campo degli integralisti cristiani, facendo parlare alla tribuna della Convention solo i più accaniti antiaboristi e i più fanatici avversari dei matrimoni gay. D'altronde proprio a questo scopo si è scelto per compagna di viaggio Sarah Palin, governatrice dell'Alaska, che lo sposta nettamente a destra: contrarissima all'aborto, come testimoniano i suoi cinque figli, virulenta anti-gay, gran cacciatrice e pescatrice quindi benedetta dalla lobby delle armi: tanto che su di lei circola la battuta «finalmente la National Rifle Association ha trovato la sua migliore munizione». Mercoledì sera era stata la serata di Sarah, improvvisamente assurta al ruolo di star: il diffusissimo Usa Today dedicava ieri un articolo nella prima pagina della sua sezione economica agli occhiali a giorno portati dalla Palin (376 dollari, lenti non comprese), le cui vendite hanno registrato un boom negli ultimi tre giorni. Dopo essere stata presentata come giocatrice di basket durante il liceo, si è presentata come hockey mom , la mamma in carriera che però porta i figli agli allenamenti di hockey sul ghiaccio (sport violentissimo), espressione che fa il verso alle soccer moms di Hillary Clinton.
E ha ripetuto la sua battuta preferita: «La sapete la differenza tra una hockey mom e un orso bruno? il rossetto». L'appoggio dell'estrema destra sociale dei cristiani conservatori al ticket presidenziale è stato garantito da uno dei rivali sconfitti di McCain, l'ex governatore dell'Arkansas Mike Huckabee. Gran comunicatore, chitarrista in un gruppo rock, fiero di aver perso 50 chili, mercoledì notte l'ex governatore dell'Arkansas si è presentato come vero uomo del popolo («solo quando sono andato al college ho capito che fare la doccia non fa male») e si è fatto applaudire quando ha detto che i democratici dipingono i repubblicani come tutti figli di papà: «Io non sono repubblicano perché sono nato ricco. Io sono nato povero ma sono diventato repubblicano perché non volevo restare un povero a carico dello stato».
Da noi non si è capito quanto siano un boomerang nell'America profonda le folle oceaniche che avevano accolto Obama nel suo viaggio in Europa. Ma sentite Huckabee: «L'eccellente avventura di Obama in Europa ha portato il suo messaggio di cambiamento a centinaia di migliaia di persone che neanche votano né pagano le tasse qui. Ma permettetemi di dire che non è quel che lui ha portato loro che mi preoccupa. È quel che lui ha portato indietro: idee europee che danno al governo la possibilità toglierci ancor più libertà e di distruggere i nostri mezzi di sussistenza così duramente guadagnati». Già prima il senatore del Minnesota Norm Coleman aveva detto: «McCain spenderà il suo tempo a creare 200.000 posti di lavoro in America, invece che a parlare a 250.000 tedeschi a Berlino».
L'appoggio dell'estrema destra economica è venuto da Carly Fiorina (ex amministratrice delegata della Hewlett Packard, candidata a una poltrona di ministro in un'eventuale amministrazione McCain) e soprattutto dall'ex governatore del Massachusetts, il mormone Mitt Romney, altro ex rivale sconfitto nelle primarie. (Martedì è stata la sera dei tre rivali sconfitti: Giuliani, Romney e Huckabee.) Romney ha compiuto una vera acrobazia logica quando ha «dimostrato» che oggi Washington è dominata dai liberals : ha avuto anche la spudoratezza di dire che è liberal persino l'attuale Corte suprema, notoriamente infarcita di giudici reazionari nominati da Bush. Romney ha ventilato una politica ultra-reaganiana, con ancora più tagli fiscali e privatizzazioni a tutto spiano. La verità è che sia Romney, sia Huckabee puntano a candidarsi nel 2012, al prossimo giro, poiché contano sull'età di McCain, oggi 72-enne, che non si presenterà per un secondo mandato. I democratici finora non hanno sfruttato questo tema. Ma la parola più gettonata nella sera di mercoledì è stata «guerra». Si sentiva un tintinnio di speroni, un rimbombar di stivali al passo: era tutto uno sconfiggere, combattere, vincere: «Obama e Biden non hanno fatto altro che ripetere 'noi combattiamo per voi', ma l'unico che qui ha combattuto davvero è John McCain» (Palin). Tutti gli oratori hanno ripetuto, come una litania, che i democratici nella loro Convention non hanno mai usato il termine «terrorismo islamico»: «Chi avevano paura di offendere? i terroristi?» (Rudy Giuliani).
Tanto per non lasciare dubbi, ieri prima di McCain hanno parlato quattro generali di fila. Il partito dei petrolieri e dei militari dunque, ma anche il partito anti-Hollywood. «È il popolo a eleggere il presidente, non Hollywood», «la stampa ha fatto più confusione che un cambio di costume in uno spettacolo di Madonna» (Huckabee); «quando le luci della ribalta saranno spente e saranno state smontate le colonne corinzie in polistirolo...» (Palin, riferimento alla scenografia dello stadio di Obama). «Nei suoi due anni da senatore Obama si è comportato solo come una celebrità», ha rincarato Giuliani, dopo aver ricordato che quando era senatore al parlamento dell'Illinois, Obama si era astenuto per ben 130 volte, dicendo solo «presente»: «Qualcuno dovrebbe dirgli che per essere presidente non basta essere presente».

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …