Marco D'Eramo: Presidenziali USA. Elefanti rosa shocking

04 Novembre 2008
‟Sono una scrittrice di libri cristiani” mi dice Penny Rose, volontaria per la campagna del candidato repubblicano John McCain. Penny ha tre figli dai 22 ai 18 anni, la maggiore è già laureata. ‟Ho cominciato a fare la volontaria a giugno, all'inizio mi prendeva solo un'ora la settimana, ora mi prende dieci ore, a volte anche 17”. Magra, occhi azzurri, capelli biondi tagliati corti, Penny Rose è texana, ma ha vissuto tutta la vita qui in New Mexico. Le chiedo cosa intende per ‟libri cristiani”: testi non di narrativa, ma ‟bibbie devozionali”. Controllerò su Amazon.com e verranno fuori questi titoli: Vivi intimamente: lezioni dalla stanza di sopra; Vivi senza paura: uno studio sul libro di Giosuè; Sentiero verso il piano divino: Ruth ed Ester; la maggior parte di questi volumi sono scritti in collaborazione con Leyna Hetzig (dalle evidenti origini tedesche), un'alta donna bionda che ci si avvicina poco dopo e s'inserisce nellla conversazione. Come mai una scrittrice di libri cristiani s'impegna in una campagna elettorale? ‟Al college le mie materie erano inglese come prima e scienze politiche come seconda”. Le ragioni del suo sostegno a McCain? Mi cita subito entusiasta la politica dell'istruzione, e cioè i vouchers, tagliandi che rimborsano ai contribuenti quella parte di tasse che andrebbe in istruzione pubblica, perché con questi soldi ogni genitore possa mandare i figli alla scuola privata che desidera. Quando obietto che i vouchers sono più consistenti per chi paga più tasse e quindi i ricchi avrebbero a disposizione rimborsi per mandare i figli in scuole più costose e migliori, l' aria serafica cede il posto alla furia, e gli occhi cominciano a lampeggiare aggressivi: ‟Io non avevo i mezzi per affrontare una scuola privata, ma due miei figli hanno ottenuto borse di studio per frequentarla; e la scuola pubblica dove è stata l'altra mia figlia era pessima, orribile, ho dovuto tirarla fuori”. Come ha scritto Albert Hirschman, questo è un meccanismo infernale: più i ricchi mandano i figli alle private, più le pubbliche peggiorano perché i genitori degli allievi sono più poveri e non hanno mezzi per farsi valere.
Passo a un argomento meno scottante e chiedo a Leyna e Penny come mai in New Mexico il tema degli immigrati clandestini non è così scottante come nella vicina Arizona. In effetti sui depliants dei candidati di entrambi i partiti non compare più ‟l'impegno a rendere più sicuro il confine”, immancabile in Arizona. Anche i repubblicani sembrano più miti degli arizoniani, di fronte a cui i nostri leghisti paiono benefattori dei clandestini. Leyna prima fa l'ipotesi che Albuquerque e Santa Fe, dove vive la stragrande maggioranza dell'esigua popolazione del New Mexico, sono più lontane dalla frontiera rispetto alle città dell'Arizona. Penny sostiene che qui non c'è la pressione economica che c'è invece a Phoenix. Non c'è l'idea che gli immigrati ti rubino il lavoro. Leyna ha un'altra ipotesi, più interessante: che gli ispanici siano così tanti in New Mexico (42% della popolazione) da rendere impossibile una discriminazione.
Penny e Leyna fanno parte della Women Coalition, una delle tantissime ‟coalizioni” in cui i partiti disarticolano i propri sostenitori (vedi il box accanto). ‟È elettrizzante fare campagna tra le donne: parli con donne che non si sono mai interessate alla politica e fai capire loro quanto è importante per le loro vite”. La Women Coalition è chiamata anche ‟l'Elefante rosa” (l'elefante è il simbolo del partito repubblicano). E scarpe rosa shocking a punta lunga e tacchi ha spillo porta ai piedi Shira Rawlinson, paffuta, bionda, gentilissima addetta stampa del Gop (Grand Old party) che mi aveva chiesto efficiente: ‟Quanti volontari vuole intervistare?” ‟Magari qualche giovane” le dico e subito - siamo nel quartiere generale per il New Mexico della campagna McCain-Palin - mi presenta Heather Hall, 22 anni, studentessa in scienze politiche e storia. ‟Ho cominciato a fare politica quando avevo 18 anni, per la campagna di Bush nel 2004: mi sono entusiasmata. Come volontaria organizzo soprattutto banchi nel campus. In futuro voglio fare la manager di campagna, fare politica” dice con l'accurata, linda nettezza di una giovanissima in carriera. Heather non è scoraggiata dai sondaggi che in New Mexico dànno Obama al 52% e McCain al 45% (la soglia del 50% è decisiva nei sondaggi e conta più del vantaggio): ‟Anche Reagan e Bush erano in svantaggio venti giorni prima del voto e poi hanno rimontato. McCain è uno specialista in rimonta. L'anno scorso lo davano perdente alle primarie.”
Ma il clima qui è teso, come quando una squadra è sotto di tre gol però i giocatori ce la mettono tutta lo stesso. Una curiosa assenza in questo quartier generale è che non si vede nessuna foto di Sarah Palin, candidata alla vicepresidenza.
Un chiaro riferimento alla Palin lo si legge invece sul muro nell'atrio della sede del Partito democratico del New Mexico. ‟Notifica a Sarah Palin: Gesù era un community organizer e Ponzio Pilato era un governatore”. La frecciata alla fondamentalista cristiana Palin si riferisce al fatto che alla Convention repubblicana lei aveva sfottuto Obama perché community organizer, ‟attivista sociale”, e al fatto che Palin è governatrice dell'Alaska. Qui l'atmosfera è contraria: tanto i repubblicani erano gentili, tanto i democratici sono scortesi. Gli addetti alla comunicazione si rifiutano di comunicare: ‟Francamente mi dicono che non hanno tempo perché sono concentrati sulla stampa statunitense che porta voti, invece i giornalisti strnaieri...” mi dice l'anziana signora che mi filtra. Quando insisto, adduce ‟cattive esperienze fatte in passato, quando alcune frasi sono state distorte”. La verità è che qui si respira la paranoia di chi sta per vincere ma teme un colpo basso dell'ultimo momento. Tanto più che la campagna di McCain moltiplica gli attacchi personali, le botte proibite. È violenta la campagna contro l'associazione non profit Acorn per aver iscritto ai registri elettorali cittadini inesistenti. Continua l'attacco al ‟terrorista Obama” perché ha incontrato un ex terrorista che aveva compiuto attentati nel 1969, quando Obama aveva otto anni.
In New Mexico i democratici sono un po' delusi perché il governatore democratico Bill Richardson non è stato scelto per la vicepresidenza: Richardson aveva molti atout: è uomo del sud ( ambedue i candidati democratici sono ora del nord); ha una mamma messicana (e gli ispanici sono un gruppo difficile per Obama), ha grande esperienza internazionale (è stato ambasciatore all'Onu con Bill Clinton); è stato il primo dei grandi clintoniani ad aver tradito Hillary. Ma qui si consolano sperando che a Richardson sia assegnato un ministero in caso di vittoria di Obama. La difficoltà di Obama con l'elettorato latino è riscontrabile nel gap di popolarità tra lui come candidato alla presidenza e il democratico Tom Udall, candidato al senato: mentre Obama è in testa per 7 punti (52% a 45%), Udall è in vantaggio di 20 punti sul suo avversario (57% a 37%). La differenza tra 7 e 27 misura il fattore razziale. Ma dalla rarità con cui McCain si è fatto vivo qui, si capisce che per i repubblicani le ‟coeur n'y est pas”. Ansia di perdere per i repubblicani, terrore di non vincere per i democratici che si aggrappano a Tom Udall per conquistare una solida maggioranza al senato.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …