Giorgio Bocca: L'equilibrio del terrore

31 Luglio 2009
Mentre i grandi della Terra si incontrano nei G8 in preparazione del G20 per tentare di risolvere i terribili problemi dell'umanità, è arrivata finalmente una buona notizia. Stati Uniti e Russia avevano deciso di tagliare una notevole parte delle armi di distruzione totale. Per un salutare ritorno alla ragione? No, perché i missili intercontinentali e i radar e le altre apparecchiature super moderne arrugginiscono, si disarmano da sole e vanno sostituite con una spesa che neppure le grandi potenze possono scatenare. Si è capito che il fallimento economico è l'unico freno alla follia degli scienziati e dei generali. Ma la follia resta e con essa la speranza che il mondo le sopravviva.
Avete capito di che misura è la riduzione degli armamenti decisa da Obama e dal presidente russo? Milleseicento missili intercontinentali a testa, come a dire la quantità sufficiente a distruggere la vita sul pianeta Terra più volte. D'accordo le superpotenze a mantenere, a costi astronomici, le altre migliaia di missili pronti al lancio.
A questo equilibrio del terrore non si è arrivati per caso, ma per opera dei più avanzati stati maggiori di scienziati e di generali che hanno continuato per anni a chiedere ai governanti di adeguarsi alla minaccia nemica che da teorica diventava pratica. Ed è per conoscenza di causa che i grandissimi della Terra sanno che scienziati e generali dei paesi meno forti e ricchi sono pronti a tutto pur di aver anche loro missili e bombe di distruzione totale.
Perché giornali e televisioni si occupano ossessivamente del G8 e già si preoccupano dei G20 del prossimo futuro? Credo perché si è capito che in qualche modo bisogna pur ricostruire un diritto internazionale, una regola della convivenza e della sopravvivenza.
Siamo ancora in tempo? Sempre dal G8 in preparazione dei G20 si è capito che il disarmo parziale voluto dagli Stati Uniti e dalla Russia non risolve il problema decisivo della sopravvivenza se altri Stati medi e piccoli le bombe ce le hanno e soprattutto se tutti gli abitanti del pianeta a quanto pare desiderano fortemente averle e festeggiano come una liberazione dal terrore il fatto di potervi anche loro partecipare.
Quando il buon Pertini socialista all'antica esortava a "riempire i granai e a svuotare gli arsenali" fra l'approvazione generale, una nostra industria riforniva i campi minati del mondo intero con le bombe che hanno riempito il mondo di morti o di mutilati. E quando i sacerdoti e pontefici di tutte le religioni fanno a gara a ricordarci che la vita è sacra, e considerano assassini coloro che per pietà aiutano a morire i quasi morti come la povera Englaro, ma poi continuano a gestire le loro chiese fornendo cappellani militari agli eserciti, i dubbi sul futuro dell'umanità rimangono. Perché c'è sempre chi, non avendo rubato o ucciso al tempo dell'Impero romano delle Crociate o delle invasioni barbariche, rivendica il diritto di farlo nel prossimo futuro, come fanno oggi gli imperi nascenti della Cina e dell'India che all'invito dell'Occidente a non inquinare il pianeta con la industrializzazione forzata, rispondono: vogliamo solo fare quello che voi avete fatto prima di noi e di cui vi gloriate continuamente.
Ha destato grande scandalo Bernie Ecclestone organizzatore di corse automobilistiche per aver fatto in pubblico la lode di Hitler che "certe cose sapeva come risolverle". Con il vecchio sicuro metodo di eliminare i concorrenti.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …