Giorgio Bocca: I costi dell'impero

16 Ottobre 2009
Nei mesi scorsi i sostenitori dell'effetto serra, vale a dire del riscaldamento della terra, dissero, scrissero ripeterono con ogni mezzo d'informazione e di persuasione che ci sarebbe stata anche una moria delle api con conseguente rarità del miele. Oggi su tutte le gazzette del pianeta si annuncia una produzione record di miele, le api a quanto pare hanno reagito all'effetto serra in modo opposto alle previsioni. Se ne dovrebbe dedurre che la nostra adorata scienza in fatto di previsioni non è infallibile o che non lo è la nostra informazione. Oppure che la scienza c'è, ma che la retrostante e permanente avidità di ricchezza e di potere riesce a volgerla a suo favore.
L'agguato ai nostri soldati in Afghanistan ripropone drammaticamente il quesito: che cosa ne sappiamo realmente del fenomeno che va sotto il nome di terrorismo, e, nel caso, è vero o no che i soldati dell'occidente ricco e progredito sono in Afghanistan solo per difenderci dall'incombente minaccia talebana? A queste domande che chiamano in causa la ragione, le risposte sono quasi sempre irragionevoli o condizionate dai retrostanti interessi.
La difesa del presidente Karzai è davvero indispensabile alla difesa della democrazia? Da noi e nel mondo una discussione su questi temi al momento risulta impossibile o ad alto rischio. È questo il dramma che si ripete con Obama riassumibile nell'antica massima romana 'si vis pacem para bellum', l'equivalente dell'inglese 'right or wrong, my country', che sono l'esatto contrario dell'evangelico 'se ti colpiscono su una guancia porgi l'altra'.
Sulla presenza dei retrostanti interessi di cui bisogna pur tener conto i dubbi sono pochi. Tutti sanno o dovrebbero sapere che chi viola la pace e muove la guerra cerca di spiegare al mondo che la colpa non è sua ma degli aggrediti. Solo Hitler nella sua demenza si permetteva di aggredire il mondo senza preavviso e senza plausibili ragioni: voleva il dominio del pianeta e lo diceva, gli altri no. L'Italia di Mussolini aggredì l'Etiopia e poi l'Albania e la Grecia inventando aggressioni mai avvenute, e il presidente americano in carica Barack Obama ha dovuto smentire il suo predecessore Bush che si era inventato la minaccia atomica di Saddam Hussein per riprendere il controllo militare e petrolifero del Medio Oriente.
Voglio dire che oggi la minaccia terroristica non esiste? Certamente no, ma semplicemente mi chiedo, come ogni persona raziocinante, perché si sia individuato nell'Afghanistan la sua origine e la sua forza da sopprimere con una guerra, e non in tutti gli altri luoghi del pianeta dall'Iran alle Filippine all'Indonesia, dalle Malesia al Venezuela all'impero ostili, e se la minaccia terroristica sia solo frutto della malvagità dei poveri e dei diversi o anche del fatto incontestabile che l'impero esiste, che non è così buono e generoso come dice, e che come tutti i precedenti imperi per conservare la pace prepara e fa la guerra.
Come abitante dell'impero che gode del suo benessere e delle sue libertà sono ovviamente per la sua difesa, ma senza nascondermi gli oneri e i rischi che comporta. Uno è la rinascita di uno spirito legionario che si ripropone come sempre trasformando il dolore in propaganda, e in dichiarazioni aperte di legionarismo combattentistico che riprende tutti i motti di quello squadrista: il disprezzo per i politici e per gli uomini di pace. Il fascismo irragionevole di chi non sa di essere fascista ma lo è.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …