In ricordo di Luigi Bernardi

21 Ottobre 2013

E da oggi in poi, amico caro, come farò quando avrò voglia di commentare con te le carognate e le soddisfazioni della vita, per le quali avevi sempre una frase tagliente e saggia, e a chi telefonerò o scriverò o incontrerò, quando sentirò il bisogno di condividere il comune sentire e i sentieri in comune... Perché con te, Luigi, era sempre un piacere assorbire sapere e conoscenza, e questa povera Bologna non ha mai capito davvero quale tesoro avesse: il più attento e fertile editore, che era riuscito a creare qui una casa editrice, Granata Press, che è stata punto di riferimento per il fumetto d'autore e ha tenuto a battesimo scrittori che oggi sono conosciuti a livello internazionale, e tu, Luigi, sempre dieci, cento, mille passi avanti agli altri, forse troppo avanti, quando pubblicavi scrittori che, allora, nessuno o quasi conosceva e dopo, la "grande editoria" ha ripreso e diffuso...
Ti devo molto, perché se scrivo libri è grazie a te: correva l'anno... be', almeno 33 anni fa, quando vagheggiavo di fare fumetti, venni da te, allora avevi fondato e dirigevi L'isola trovata, e ti mostrai un mio fumetto sceneggiato e disegnato, e tu, dopo lunga e attenta visione, mi avevi detto: "Ma perché non ti metti a scriverla, questa storia?". E quella storia, sarebbe diventata "Punti di fuga", e da lì in poi, lasciate le matite, grazie a te, ho continuato, sempre in attesa dei tuoi consigli.
Scelgo un'altra foto tua, dei tempi memorabili e irripetibili di Granata Press, quando passavamo le giornate nella tua sede di via Marconi, un po' factory e un po' porto di mare, dove Magnus compariva strampalato e sagace, dove a ogni ora eravamo sicuri di trovarci persone sensibili, creative, generose, e quasi sempre dotate di quel pizzico di squilibrio e disadattamento alla realtà che le rendeva uniche e capaci di suscitare emozioni in chi avrebbe letto le loro opere, dal fumetto alla narrativa... Non è vero, Luigi, che nessuno è insostituibile: tu lo sei, lo resterai per sempre, almeno finché questa vita durerà per me e per tanti altri come me. Ci hai lasciato i tuoi libri, perché da scrittore ci hai dato moltissimo, e ti saluto con un dolore che mi spezza, infiltrato da un po' di rancore per la città che non ha capito mai davvero quanto tu le abbia dato, quanto valore avesse il punto di riferimento editoriale che avevi creato.

Pino Cacucci

Pino Cacucci (1955) ha pubblicato Outland rock (Transeuropa, 1988, premio MystFest; Feltrinelli, 2007), Puerto Escondido (Interno Giallo, 1990, poi Mondadori e infine Feltrinelli, 2015) da cui Gabriele Salvatores ha tratto …