Arabi invisibili

Catalogo ragionato degli arabi che non conosciamo. Quelli che non fanno i terroristi

di Paola Caridi

È probabile che George W. Bush non abbia mai bevuto una limonata alla menta. È probabile, dunque, che Bush così come la maggior parte di chi decide delle sorti del Medio Oriente e del Nord Africa non sia mai entrato attraverso la grande porta della cultura araba. Eppure quella che è una delle bevande tradizionali del mondo arabo è il sunto di una civiltà – a noi legata da intrecci invisibili lanciati lungo il Mediterraneo – che ha nel suo Dna raffinatezze e profondità dimenticate dall’Occidente.
Il mondo arabo continua anche oggi a vivere, oltre il velo dei nostri pregiudizi. In una fascia cangiante che va da Casablanca a Ryiadh si muovono milioni di arabi invisibili, schiacciati dal peso di uno stereotipo ormai imperante in Occidente, per il quale tutti coloro che hanno un passaporto mediorientale o nordafricano sono potenziali terroristi, kamikaze, seguaci di Osama bin Laden.
Il catalogo odierno degli arabi invisibili, invece, è lungo, variegato, sorprendente. Ne fanno parte ragazzi che usano Internet, professionisti educati nelle nostre università, cineasti e fior di scrittori. Se la lista degli arabi che non conosciamo fosse solo questa, però, saremmo al semplice elenco di quelli bravi, buoni e simpatici. Bisogna, invece, superare il muro, e osservare quella lunga teoria di uomini e donne a cui l’Occidente non riconosce volto e fattezze: quelli che si fanno in quattro per mandare i figli a scuola, che inondano la regione delle rimesse del loro lavoro, che fanno cultura tra le maglie della censura e opposizione tra le costrizioni dei regimi.
L’homo arabicus del Terzo Millennio compare, così, in tutta la sua complessità. I seguaci dell’islam politico – ormai la maggioranza degli elettori – chiedono democrazia e diritti civili, appoggiati dai settori laici e liberali. Le femministe più preparate indossano il velo, mentre la cultura pop dei videoclip e dei film incide sui cambiamenti sociali. I nuovi imprenditori non sono più gli sceicchi del petrolio, ma governano telefonini e tv. Finita, dunque, l’era delle odalische, dei beduini, quello che si apre a un occhio attento è un mondo ricco, alla ricerca di un nuovo rinascimento considerato imperativo. Che rifiuta con stizza lezioni di democrazia e civiltà dall’Occidente.
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Paola Caridi

Paola Caridi (Roma 1961), saggista e giornalista, fondatrice e presidente di Lettera22 (associazione di giornalisti specializzata in politica estera), è stata corrispondente dal Cairo dal 2001 al 2003 e da …

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  • Marchio: FELTRINELLI
  • Data d’uscita: 25 Gennaio 2007
  • Collana: Serie Bianca
  • Pagine: 172
  • Prezzo: 13,30 €
  • ISBN: 9788807171314
  • Genere: Saggistica
  • Contributi: ‘Ala al-Aswani
Paola Caridi nominata Cavaliere dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana

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L’autrice di ‟Arabi invisibili” è stata insignita dell’onorificenza della Presidenza della Repubblica italiana riservata a italiani all'estero e stranieri. A consegnare le insegne il console generale a Gerusalemme Nicola Manduzio. La motivazione.

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Il libro sui blogger del mondo arabo

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In Arabi invisibili di Paola Caridi, in libreria dal 25 gennaio 2007, viene dedicato ampio spazio al fenomeno blog nel mondo arabo . Uno speciale con estratti e materiali scaricabili.