L'ultimo libro di Gombrowicz è quello dove la sua lucida follia si scatena con maggior violenza e ironia. In questa sua nuova "avventura" lo troviamo assieme a un bislacco amico in vacanza in una noiosa località di montagna. I due si improvvisano detective credendo di scorgere, negli anfratti della realtà, segni che riconducono tutti a una serie di "impiccagioni rituali": di un uccello, di un bastoncino, di un gatto e di un triste individuo dalle scarpe gialle. E poi ci sono strane associazioni tra la bocca storta della cameriera dell'albergo e altre bocche, mani, macchie e crepe sui muri… Uno straordinario "giallo filosofico" salutato da molti come un capolavoro. "Che cos'è un romanzo giallo? Un tentativo di organizzare il caos. Per questo il mio Cosmo, che mi piace chiamare 'un romanzo sulla formazione della realtà', sarà una specie di racconto giallo.
"Pongo due punti di partenza, due anomalie distantissime l'una dall'altra: a) un passero impiccato; b) l'associazione tra la bocca di Katasia e la bocca di Lena. Questi due problemi reclameranno un senso. L'uno penetra l'altro in una tensione verso la totalità. Comincerà così un processo di supposizioni, di associazioni, di ricerche, starà per nascere qualcosa, ma si tratterà di un embrione piuttosto mostruoso, di un aborto… e questo oscuro, incomprensibile rebus non potrà che esigere una soluzione… creare una Idea che spieghi, che faccia ordine…"
Witold Gombrowicz
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Witold Gombrowicz

Witold Gombrowicz, nato a Małoszyce nel 1904, è considerato il più grande scrittore polacco del Novecento. Ha vissuto a Varsavia fino allo scoppio della guerra, poi a Buenos Aires. Di …

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