I misteri dell'anima

Una storia sociale e culturale della psicoanalisi

di Eli Zaretsky

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“Oggi è diventato possibile vedere la psicoanalisi nella sua interezza: sia gli aspetti repressivi sia quelli liberatori”

La psicoanalisi ha modificato in maniera permanente il modo in cui in tutto il mondo gli uomini e le donne interpretano se stessi e gli altri. Eppure, nonostante gli innumerevoli studi, a tutt’oggi manca una sua storicizzazione. Una storia della psicoanalisi non può accontentarsi della sola biografia di Freud o della storia della psichiatria o della cultura viennese, ma deve spiegare, innanzitutto, l’intensità dell’attrazione esercitata e l’ampiezza della sua influenza. I misteri dell’anima colma questo vuoto, muovendosi su diversi piani e attingendo a una vasta base documentaria. La psicoanalisi è “la prima grande teoria e pratica della vita personale”: un’esperienza di singolarità e di interiorità collocabile in uno specifico momento storico e fondata nei moderni processi di industrializzazione e urbanizzazione, oltre che nella storia della famiglia. Zaretsky non manca di interrogarsi sul “dopo”, sul destino della psicoanalisi oggi. Siamo di fronte a un libro pertanto che coniuga il rigore della documentazione storica all’ampiezza di sguardo, alla microstoria, alla storia delle idee, alla storia materiale, alla storia della cultura “alta” e popolare, ma anche all’inquietudine politica, alla sensibilità che sa cogliere in ogni vicenda epistemologica le necessità del potere e le occasioni di forme nuove di vita individuale e collettiva.

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Eli Zaretsky

Eli Zaretsky è nato a Brooklyn. È professore di storia presso la New York School University di New York. Suoi articoli sulla famiglia, sulla psicoanalisi e la storia culturale moderna …

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Freud si è fermato al megastore. Intervista a Eli Zaretsky

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La psicoanalisi? ‟Il suo futuro è più che mai in dubbio”. Comincia così, con un'affermazione apocalittica, l'ultimo libro di Eli Zaretsky, docente di Storia alla New School University di New York, che ha messo a nudo l’inarrestabile declino della psicoanalisi creando imbarazzo tra gli addetti ai lavori.
‟La fabbrica fordista prevedeva la produzione di massa, anonima. Ora nascono i prodotti e i servizi adattati all'individuo. Nasce la segmentazione dei mercati. Il capitalismo non è più una fabbrica, diventa un emporio. La vita personale viene ridefinita. La tradizionale struttura della vita privata all'interno della famiglia, che aveva giustificato lo sviluppo della psicoanalisi, è ormai un ricordo. Nasce la società aperta. E questa società è basata sulla confessione. Oggi la gente costantemente si spiega, si confessa, racconta chi è. Lo fa dappertutto, con gli strumenti che trova. In televisione, nei siti web, nel blog”.