Furio Jesi

Furio Jesi, nato a Torino nel 1941 e morto a Genova nel 1980, dapprima studioso di egittologia, si è poi dedicato alla germanistica e alla scienza del mito sulla scorta della lezione metodologica di Károl Kerényi. Vero e proprio “puer doctus”, già all’età di dieci anni discuteva con grande competenza di Iliade e Odissea. A quindici abbandona il corso di studi tradizionale del liceo per studiare “sul campo”, andando a fare ricerca diretta sui grandi siti archeologici del Mediterraneo, a cominciare da Samotracia, l’isola greca nei pressi dell’attuale Turchia europea, dove avrebbe avuto origine il grande culto della Dea madre. Anche fine germanista, Jesi rimarrà pur sempre ancorato al campo della mitologia, di cui dà una lettura storicista, in netto contrasto con l’egemone interpretazione mitopoietica delle destre, che a partire dal Romanticismo riescono a trasformare il mito in una vera e propria macchina politica di produzione del consenso. Ha insegnato alle università di Palermo e Genova, ha tradotto Rilke, Canetti, Dumézil. Delle sue molte opere ricordiamo: Materiali mitologici (Einaudi, 1979), Cultura di destra (Garzanti, 1979), Letteratura e mito (Einaudi, 1981), L’accusa del sangue (Morcelliana, 1992). Feltrinelli ha pubblicato nel 1995 una riedizione del suo importante saggio del 1967 Germania segreta. Miti nella cultura tedesca del 900.

La cattura

La cattura

di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia