Riccardo Staglianò: Guerra e politica sono globali ma voi non ve ne accorgete

18 Giugno 2004
La richiesta delle Brigate Verdi chiama in causa personalmente Berlusconi. E ripete il concetto del messaggio precedente, distinguendo tra gli "italiani brava gente" e il suo governo "servo dei padroni Usa". Invitando il popolo, di fatto, a dissociarsene. Un giudizio su doppio binario che non meraviglia affatto Ahmad Sheik, direttore di Al Jazeera.

Come ci vede, oggi, il mondo arabo?
Credo che la gente italiana sia vista molto bene in tutto il Medio oriente. Il rapporto con voi è sempre stato molto amichevole, sino a quando Silvio Berlusconi ha detto e fatto delle cose che l'hanno peggiorato.

Quali parole, per cominciare?
Si ricorda quando, oltre un anno fa, il vostro premier disse che la civiltà islamica era inferiore a quella occidentale. Beh, non è stata un'affermazione che ha risuonato solo entro i vostri confini. Ha fatto il giro del mondo arabo piantando il seme di un profondo risentimento.

E le azioni sbagliate?
Berlusconi ha mandato le vostre truppe in Iraq, a fianco di quelle della coalizione che è vista un po' in tutta l'area come potenza occupante. Ed è inevitabile che quella percezione, almeno parzialmente, abbia coinvolto anche l'Italia. Insomma gli iracheni non riescono ad appassionarsi alla disputa sulla natura giuridica dell'intervento: in ogni caso si tratta di soldati stranieri sulla loro terra.

Vuol dire che siamo passati dalla parte del nemico?
Non voglio essere frainteso: la stragrande maggioranza del mondo arabo sa che la più parte del vostro popolo era e resta fermamente contro la guerra, vi ha visti in tv manifestare per la pace. Considera quelle persone che sono scese in strada amici. Ma lo stesso non si può dire di Berlusconi, per i motivi che si sono detti.

Se un politico italiano propone l'espulsione di un certo numero di islamici, a Bagdad lo si apprende il giorno stesso. E la gente protesta.
Certo che lo sanno. Le tv come la nostra fanno proprio questo, news 24 ore su 24. Aggiungete poi che la gente mediorientale, per tutti gli abusi di cui si ritiene vittima, è molto politicizzata, molto attenta all'attualità internazionale.

Ma allora la globalizzazione delle notizie aiuta o minaccia la pace nel mondo?
Non c'è una risposta univoca. In teoria la conoscenza dell'altro aiuta la tolleranza, la comprensione reciproca. Ma in pratica dipende dal trattamento che si fa degli stessi fatti. Ad ‟Al Jazeera”, ad esempio, preferiamo concentrarci su quegli aspetti che militano a favore della causa della pace: documentiamo la vita quotidiana sotto le bombe, i feriti in ospedale, la miseria dei bambini che stanno in strada invece che a scuola. Su Cnn e Fox, invece, sembrano molto più interessati al versante militare della medesima vicenda: mostrano i soldati in azione a Falluja, in contesti marziali che dovrebbero sollevare il morale delle truppe e del pubblico statunitense. Beh, faccio davvero fatica a giudicarlo un buon servizio per la pace.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …