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C’è il "referendum" con il suo "quorum", ci sono i
"media" con relativa "par condicio": il latino rimosso dalle
scuole e dalle chiese, riemerge per frammenti nei linguaggi della politica e
della comunicazione. Affiora come rimorso: la democrazia politica e l’informazione
di massa sono nate anche dalla lotta contro il latino come lingua della
comunicazione d’élite e come segno del privilegio sociale. Le date della sua
morte ruotano intorno agli anni sessanta del Ventesimo secolo: se agli inizi del
Novecento i valori simbolici della lingua di Roma videro scontrarsi i
rivoluzionari russi e i fascisti italiani, ci sono voluti il Maggio francese e
il Concilio Vaticano ii per decretarne la fine. Nell’ottobre del 1968, la
Francia cancellò il latino dalla scuola dell’obbligo, rompendo con una
tradizione plurisecolare. L’Italia tenne dietro: oggi all’antico monoteismo
latino è subentrata la trinità scolastica fatta di inglese, Internet, impresa.
Eppure il latino ha goduto, fino a non molto tempo fa, di vita vigorosa, come ci
racconta questo libro. Il latino non era solo una lingua: era una morale, una
religione, un sistema sociale, una regola di vita, un galateo. Furono tante le
forze che collaborarono a renderne irresistibile l’ascesa all’orizzonte dell’Europa
moderna: fondamentali tra tutte, la scuola, la politica, la religione. Dio
parlava latino, o almeno così lo facevano parlare i suoi sacerdoti: il segreto
che garantiva era fatto per incutere rispetto a un popolo di illetterati. E
questo non riduceva certo la devozione, anzi. Ed era lingua internazionale per
eccellenza, dominava la scienza, la diplomazia, la letteratura. Era una lingua
di classe, ma lo era in tutte le diverse accezioni del termine, tante quante
nessun altro segno o linguaggio ha mai posseduto: indicava classe sociale e
classe scolastica, livello di cultura e mondo di valori, stile di vita e di
comunicazione, categorie umane e caselle della natura. Era un segno che rendeva
leggibile il mondo e aveva un posto obbligato in ogni idea d’Europa, fosse
quella umanistica e tollerante o quella medievaleggiante e cristiana.
Françoise Waquet
Françoise Waquet è direttore di ricerca al Centre National de la Recherche Scientifique, a Parigi. Tra i suoi libri Les fétes royales sous la Restauration ou l'Ancien Régime retrouvé (1981), …
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