Dopo tredici anni di amore – uno di quegli amori assoluti che nascono nell’adolescenza, modellano il mondo a loro immagine e sembrano condannati all’immortalità –, Rimini e Sofia si separano. Per lui, tutto torna a essere nuovo e brillante, come il pavimento di una strada dopo un acquazzone. Riscopre il desiderio e, con l’efficace aiuto di alcune sostanze illecite, si lancia sfrenatamente nel recupero del tempo perso. Ma la sua relazione con Sofia non è morta, forse ha solo fatto ciò che l’amore fa quando finge di essere finito: cambia forma. E quando torna e lo sorprende, imboscandolo in un meandro oscuro, l’amore ha il volto dello spavento. Donna-zombi, spettro vendicatore, innamorata insonne, Sofia riappare all’orizzonte di Rimini per riconquistarlo, martirizzarlo o salvargli la vita, issando le bandiere di una passione amorosa che non si arrende di fronte a nulla e pretende di governare tutto. Così, Rimini, che nella riapparizione aveva intravisto una possibilità di rinascita, poco a poco sprofonda nell’abisso di un incubo o di una commedia, un inferno nel quale il ricatto sentimentale, il tradimento e perfino il crimine sono moneta corrente. Perderà tutto: lavoro, salute, nuove compagne, persino un figlio. Il suo calvario subirà un rovesciamento inaspettato – forse perché è arrivato al suo compimento – quando viene a conoscenza delle Donne che Amano Troppo, una cellula dedita al terrorismo emotivo, capeggiata da Sofia, che si riunisce per cospirare in un bar chiamato Adele H.