L'intelligenza collettiva

Per Un'Antropologia Del Cyberspazio

di Pierre Lévy

La realizzazione della connessione telefonica dei terminali e delle memorie informatiche, l'estensione delle reti di trasmissione digitale ampliano, giorno dopo giorno, un cyberspazio mondiale, nel quale ciascun elemento di informazione si trova virtualmente in contatto con qualunque altro e con tutto l'insieme. I personal computer sono diventati sempre più potenti e facili da utilizzare, le loro applicazioni si sono diversificate ed estese. Si è assistito a un processo parallelo di interconnessione di reti, cresciute all'inizio isolatamente, e di aumento esponenziale degli utenti della comunicazione informatizzata. Rete di reti che si basano sulla comunicazione 'anarchica' di migliaia di centri informatici nel mondo, Internet è diventato oggi il simbolo del grande medium, eterogeneo e transfrontaliero, definito cyberspazio. Quanto poi al futuro che esso dischiude, non esiste un determinismo tecnologico o economico; si prospettano per i governi, i grandi operatori economici, i cittadini scelte politiche e culturali fondamentali. Non si tratta esclusivamente in termini di impatto, ma anche di progetto, si tratta di inventare tecniche, sistemi di segni, forme di organizzazione sociale che permettono di pensare assieme, concentrare forze intellettuali e spirituali, moltiplicare immaginazioni ed esperienze, negoziare in tempo reale e a ogni livello soluzioni pratiche ai problemi complessi, rendere la società intelligente a livello di massa.
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Pierre Lévy

Pierre Lévy (Tunisi, 1956), filosofo, allievo di Michel Serres e Cornelius Castoriadis alla Sorbona, specializzatosi a Montreal, studioso delle implicazioni culturali dell’informatizzazione, del mondo degli ipertesti, e degli effetti della …

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