Non dire notte

di Amos Oz

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A Tel Kedar, una tranquilla cittadina israeliana nel deserto del Negev, abitano Noa e Theo. Dopo sette anni di felice convivenza, sono in una fase stagnante del loro rapporto. Theo, urbanista sessantenne di successo, appare sempre più introverso e sembra aver perso energia, voglia di fare e di mettersi in gioco. Noa, frenetica professoressa di lettere di quindici anni più giovane che insegna nella scuola locale, è sempre alla ricerca di nuovi traguardi e nuove sfide. In seguito alla morte di uno degli studenti di Noa, le viene affidato il compito di dare vita a un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. Aiutata da Muki, agente immobiliare, da Linda, una timida divorziata, e da Lumir, un pensionato, Noa si dedica al progetto con entusiasmo e idealismo, pronta a lottare contro l'opposizione di tutta la cittadina che teme che un simile centro possa portare droga e criminalità. Non vuole mostrare le sue debolezze e chiedere l'aiuto di Theo, e lui non vuole interferire se non è richiesto… Se per un verso la vicenda sembra mettere a dura prova la loro relazione, dall'altro dimostra lo struggente affetto, l'infinita tenerezza e il profondo amore che ancora li lega. La storia è narrata dai due protagonisti in prima persona, alternandosi di capitolo in capitolo, raccontando gli stessi episodi visti da occhi diversi, contrapponendo con forza le due personalità, descrivendo non solo le loro vite, ma anche quella di vari abitanti di Tel Kedar, vecchi e nuovi immigrati, persone colpite da tragedie immani, ma anche personaggi buffi, russi pieni di vitalità, giovani studenti dalle belle speranze. Non dire notte non è esplicitamente un romanzo politico: è un libro che esplora l'animo umano, che racconta la realtà quotidiana di una comunità lontana da Tel Aviv o Gerusalemme, protetta da filo spinato e guardie, che cerca di vivere una vita normale come qualsiasi altra cittadina del mondo.
Un grande libro per festeggiare il numero 2000 dell'‟Universale Economica”.
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Amos Oz

Amos Oz (1939-2018), scrittore israeliano, tra le voci più importanti della letteratura mondiale, ha scritto romanzi, saggi e libri per bambini e ha insegnato Letteratura all’Università Ben Gurion del Negev. …

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  • Marchio: FELTRINELLI
  • Data d’uscita: 10 Gennaio 2008
  • Collana: Universale Economica
  • Pagine: 202
  • Prezzo: 7,60 €
  • ISBN: 9788807720000
  • Genere: Tascabili
  • Traduttore: Elena Loewenthal
Non dire notte di Amos Oz primo in classifica

Non dire notte di Amos Oz primo in classifica

Un uomo, una donna. Il romanzo di una pace possibile… Non dire notte, il nuovo romanzo di Amos Oz, è primo nella classifica dei libri più venduti in Italia. Uno speciale.
Le opere di Oz tra esilio e immigrazione

Le opere di Oz tra esilio e immigrazione

‟Israele è un Paese di immigrati. Gli israeliani scherzano su questo argomento. C'è una barzelletta che dice: qual è la definizione di ‘nuovo immigrato’? È una persona che il primo anno si lamenta del governo che non fa mai abbastanza per integrare gli immigrati; il secondo si lamenta che gli autoctoni non sono gentili come dovrebbero e il terzo anno se la prende con gli immigrati appena arrivati perché ricevono troppe attenzioni. Ecco, questo è Israele.”

C’è un Israele della Cnn diverso dal paese della vita quotidiana. Intervista ad Amos Oz

‟Ogni mio romanzo inizia con delle voci e non so da dove vengano perché i miei personaggi non sono mai creati da modelli reali. Avevo un vicino che diceva che ogni volta che passava davanti alla finestra del mio studio si ravviava i capelli, mettendosi a tiro per entrare nel romanzo. Non so da dove vengano le voci. Restano voci a lungo, non sapevo nulla di Theo e Noa, però sentivo un uomo stanco del mondo e una donna mercuriale e amante dei cambiamenti. Discutevo con loro, gli dicevo ‟andatevene da un altro scrittore”, ma insistevano a restare lì...”

Amos Oz: ‟Questa politica che fa ridere le pietre”. Un’intervista

Amos Oz torna in Italia con un nuovo romanzo, Non dire notte. Non proprio nuovo: lo ha scritto nei primissimi anni Novanta, pubblicato nel 1994. Storia di una coppia a metà della vita, lui, Theo, architetto sessantenne, lei, Noa, insegnante di quindici anni più giovane. Vita monotona, forse rassegnata, in una cittadina di provincia (Tel Kedar, ma è un’invenzione), alla frontiera con il deserto del Negev. Poi uno studente di lei, Immanuel, amico di un cane ‟tristissimo”, viene ritrovato cadavere ai piedi di una rupe, forse suicida, forse in preda alla droga. Il padre Avraham Orvieto si ripresenta dalla Nigeria per il funerale e perché vorrebbe che nel ricordo del figlio venisse creato un centro per aiutare altri giovani come Immanuel, tossicodipendenti d’Israele. Affida il compito a Noa, l’insegnante più amata dal figlio, almeno secondo Avraham. Tel Kedar è un posto come qualsiasi altro: paure, rancori e altro. La stampa insorge: non ci lasceremo trasformare nella spazzatura di tutta la nazione. Malgrado la generosità di Noa e dei suoi amici, si immagina come finirà. Il bilancio tuttavia, almeno per lei e per Theo, sarà buono: lei e Theo riaccendono un amore stanco.

In fuga da Gerusalemme. Intervista ad Amos Oz

‟Negli ultimi 20 anni la società israeliana è diventata molto meno ideologizzata. È sufficiente stare seduti in un bar e ascoltare i discorsi della gente: si parla solo di soldi. Niente Gaza, niente Iran. È una deriva egoistica, ma comunque preferibile all’altruismo dei fanatici, che vogliono cambiarti, farti rinsavire. Salvo poi ammazzarti se non raggiungono il loro scopo.”

Amos Oz: ‟Compromesso unica scelta”. Un’intervista

‟Ci sono 5.5 milioni di ebrei che non possono andare da nessuna parte perche non c'è alcun posto dove andare. E ci sono 4 milioni di palestinesi che non possono andare da nessuna parte perche non c'è alcun posto dove andare. Non possiamo diventare una famiglia felice, perche non c'è una sola famiglia. Casomai ci sono due famiglie infelici che devono dividere la loro casa in due piccoli appartamenti. Questo è il compromesso che alla fine dovrà prevalere. Non so dire quando avverrà, ma ci sarà semplicemente perché non ci sono alternative.”

Voglio essere una donna. Intervista ad Amos Oz

Oz, nonostante i segni degli anni ancora bellissimo e affascinante come ai tempi di Michael mio (era il 1968), mi apre personalmente la porta di casa, una villetta a schiera color zafferano di una sobrietà disarmante, circondata da un fazzoletto di giardino in cui miagola un gatto nero con gli occhi gialli, e mi accompagna nel suo studio...

Tra luci e notti del deserto. Intervista ad Amos Oz

‟Devo confessarle che non credo di riuscire a influire molto sui processi in atto. Le dinamiche tramite le quali si arriva a condizionare non solo le istituzioni, ma anche la mentalità delle persone, sono davvero misteriose. Non mi risulta che chi legge i miei saggi abbia mai cambiato la propria opinione. Non mi è ancora successo che qualcuno, fermandomi per strada, mi abbia detto: ‘Signor Oz, ho cambiato parere leggendo il suo libro’.”

Notte nel deserto. Intervista ad Amos Oz

‟[...] Il deserto è l’eterno contro il passeggero. E qui le nostre parole quotidiane assumono un altro senso, o forse lo perdono del tutto. Il deserto permette di fare quell’esperienza che Freud chiamava 'il sentimento cosmico'. Il deserto, infatti, è l’epifania dell’uno e assoluto. Il deserto è monoteista non pagano.”