La guerra, la malattia e l'ultimo libro: parla Franco Di Mare

03 Maggio 2024

Il giornalista e scrittore Franco Di Mare parla delle circostanze che l’hanno portato a scrivere Le parole per dirlo  per SEM, un libro toccante che affronta il tema delle guerre che combattiamo dentro e fuori di noi.

“A differenza di quanto diceva Tommaso Marinetti, la guerra non è l’igiene del mondo: la guerra è la malattia del mondo, causa dolori infiniti, disastri e morte. Ma le vittime delle guerre continuano anche quando i conflitti finiscono, come avviene per la sindrome dei Balcani, che continua a colpire anche dopo che i conflitti esplosi nella ex Jugoslavia e in Kosovo sono finiti, regalando malattie da esposizione ai proiettili di uranio impoverito e tumori alle vie respiratorie causati da particelle di fibre di amianto liberate nell’aria dalle esplosioni e dalla distruzione di palazzi, fabbriche e complessi industriali. Colpiscono anche a distanza di anni, di molti anni. Come è accaduto a me.

Mi è stato diagnosticato un mesotelioma: un tumore che colpisce la pleura e non lascia scampo: si può soltanto cercare, al momento, di rallentarne la progressione e poi poco altro.

Scrivo questo libro per parlare di due malattie: quella della guerra fuori di noi e quella delle guerre che in tanti combattono dentro loro stessi e che colpiscono anche lontano dalle barricate.

Lo faccio con una sorta di dizionario: analizzando parole come resilienza, paura, coraggio, virtù, anche umorismo, e tante altre, in una doppia chiave di lettura, raccontando esempi di forza, di dedizione, di coraggio e di sacrificio a cui ho assistito in tanti anni da inviato, e parlando anche ovviamente degli aspetti emotivi legati alla mia malattia che hanno a che fare con la parola scelta.

Con una premessa che è anche una promessa. Questo non vuole essere un libro pietistico: ho vissuto e continuo a vivere una vita piena di esperienze. Ho fatto e visto cose straordinarie e ho attraversato la Storia mentre questa si manifestava e scriveva le sue pagine sotto ai miei occhi.

Sono circondato dall’amore delle persone che amo e sono ancora qui, a differenza di tanti colleghi che invece non ce l’hanno fatta. Dunque non ho recriminazioni da avanzare. Certo, naturalmente mi piacerebbe avere un po’ più di tempo, ma non ho perso la speranza nella ricerca.

Questo libro è allora rivolto a chi sta male perché non perda il coraggio, a chi odia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie e a chi crede nella forza salvifica della ricerca e dell’amore.”

GUARDA IL VIDEO

La guerra, la malattia e l'ultimo libro: parla Franco Di Mare