Gianni Riotta: Dialoghi sulla rotta per Porto Alegre

23 Gennaio 2003
"Buongiorno signorina No Global. Dove va vestita con la casacca di Manu Chao e il tomo di Joseph Stiglitz, "La globalizzazione e i suoi oppositori" che fa capolino dalla bisaccia peruviana del negozio Equo & Solidale?".
"Che domande! Vado al Forum di Puerto Alegre, a contestare i danni del commercio mondiale. Dove va lei piuttosto, Mister Global, agghindato Brooks Brothers, e con la 24 ore da cui occhieggia "Open world", orrendo manuale pro globalizzazione di Philippe Legrain?".
"Ho un volo privato per Davos, al forum dei potenti. E non potrò neppure ballare. Quest'anno, grazie alle vostre contestazioni, vige l austerità".
"Uh, poverini. Spero ascoltiate allora la musica del professor Stiglitz: il Fondo monetario e il Tesoro americano hanno costretto i paesi poveri ad aprirsi ai commerci senza rete, causando crisi economiche e diffondendo la povertà. In America Latina, negli anni ‘60, vigeva il protezionismo ma la crescita era del 5,4% l'anno. Adesso domina il mercato, e si cresce appena del 2,9%. I poveri, caro Mister Global, aumentano, 100 milioni di derelitti in dieci anni. E lei rimpiange le polche svizzere!".
"Veramente Kofi Annan, segretario dell’Onu, calcola nell’Annuario 2003 dell'Economist che la miseria è in ritirata. E se vuol fare buona figura con i suoi compagni, citi i due studiosi francesi François Bourguignon e Christian Morrisson, mica fantocci yankee: dal 1820 al 1980 la forbice tra ricchi e poveri s’è sempre allargata, solo negli ultimi vent’anni s'è ristretta. E sa perché? Perché Cina e India si aprono ai commerci e milioni di esseri umani escono dalla miseria. Sala-i-Martin, docente alla Columbia University, calcola che i poveri, gente che vive con meno di due euro al giorno, sono diminuiti di 500 milioni dal 1976 al 1998. Avrete da far festa, ma piano con le caipirinhe".
"Com’è generoso lei. Giusto: andrò a festeggiare con i bambini delle favelas e brinderemo nelle fogne a cielo aperto. Le sfugge un punto, Mister Global. I paesi che si sono arricchiti, India, Cina, Corea del Sud, hanno seguito la ricetta antica che ha fatto sviluppare America ed Europa: mercati interni e banche protette dalla competizione internazionale, un pizzico di autarchia e privilegi per le aziende locali. Roba che i suoi amici del Fondo Monetario e della Banca Mondiale hanno messo fuorilegge".
"Lei, dolce signorina No Global mi ricorda la canzone del suo amato Manu Chao "perdida nel corazon de la Grande Babilon". Non si accorge che noi Global abbiamo cambiato marcia? Non ci fidiamo più del solo mercato. Accettiamo le riforme. Riconosciamo che servono controlli sui capitali per impedire le ondate di investimenti e prestiti a breve termine, che hanno creato tragiche nevrosi finanziarie. Sappiamo che i sussidi all’agricoltura vanno potati e i dazi alle importazioni dal Terzo Mondo cancellati. Ma la smetta con la litania no logo di Naomi Klein. In Vietnam la Nike paga gli operai più delle aziende locali. Le vostre denunce condizionano le multinazionali davanti all’opinione pubblica. La Shell ha ceduto alla pressione di Greenpeace e accettato un compromesso ecologico per le piattaforme petrolifere Brent Spar".
"Mitico! Tenga, le regalo in premio il rapporto 2002 del World Wildlife Fund: " Scaricare gas tossici in eccesso nell'atmosfera non è sostenibile. Dobbiamo vivere nei limiti della capacità produttiva biologica del pianeta". Lo legga tra un gamberetto e l'altro a bordo del suo inquinante jet privato".
"Beata gioventù. Avesse la mia età ricorderebbe il libro bianco del Club di Roma, primo allarme sui limiti dello sviluppo, 1972. Avevo i capelli lunghi allora. Se il Club di Roma ci avesse azzeccato, oggi non avremmo più scorte di oro, argento, rame, stagno, zinco, mercurio, piombo, tungsteno e, ebbene sì, petrolio. Dovremmo essere davanti alla carestia, e invece il cibo non è mai stato così abbondante. Non ascolti ogni Cassandra".
"Non capisce. Per quanto in fretta corra lo sviluppo, l'oltraggio morale degli innocenti che muoiono di fame non la impressiona? Si accontenta delle statistiche e peggio per chi è rimasto povero?".
"Su questo ha ragione. Va meglio, non va bene. Sa cosa le dico? Poiché il vostro idolo, il presidente Lula, ha sposato l’idea del grande globalizzatore Hernando De Soto, dare ai poveri almeno una casa in proprietà, al diavolo il jet, vengo con lei in charter economico a Puerto Alegre. Sono Mister Global, ma anch’io ho un cuore".
"Non si faccia strane idee eh? Un'assemblea e arrivederci".
"Vedremo signorina No Global: noi Global siamo ottimisti!".

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …