Giuseppe Montesano: Cercasi assaggiatore d’acqua. Un racconto

15 Dicembre 2003
L’insegna luminosa della "Sorella Acqua s.r.l." troneggia sul capannone, con sotto una scritta piccola che dice: "L’acqua pulita ti allunga la vita". Intorno al capannone c’è una coda di chilometri che ha bloccato tutta la tangenziale, e all’ingresso la folla si contende i tagliandi di prenotazione venduti dai bagarini. Sto fissando incantato un cartellone con scritto: "Costo cara ma sono tanto chiara", quando mi compare davanti Andrea Camorro. "Vieni, accomodati, fai come se stessi a casa tua! Di’ la verità: non è uno spettacolo?". Esaltato, Camorro mi spiega che ha messo su il suo business in tre giorni, e fa soldi a palate.
La paura dell’acqua avvelenata per lui è una manna! "E non fare quella faccia: qua è tutto legale...". Sì, lui specula sulla paura delle gente, ma mica c’è una legge che lo impedisce. "Io che ci posso fare se le mamme si mettono paura per i figli? Io faccio l’imprenditore...". Mi porta con lui, e passiamo tra insegne con scritto "Bevi sicuro e snello, con acqua camorro diventi più bello", "Con la fresca e dolce acqua chiara, la tua vita è meno amara", "Con l’acqua sorella sarai una stella", mentre Camorro si frega le mani e dice che San Francesco era un pubblicitario coi fiocchi. "Ma non ti vergogni? Almeno potevi lasciar perdere San Francesco...". "Ma vedi a questo, mo’! E io che faccio di male? Sorella acqua suona bene: e mica la legge mi vieta di chiamare così la mia acqua...". E poi, non è certo il nome che fa vendere la sua acqua! La gente si compra l’acqua Camorro a cinque euro al litro per uno slogan che pure un laureato poteva trovare? "No, bello, io vendo perché tengo gli assaggiatori...".
Siamo arrivati nel suo ufficio, e da lì si vede un uomo su una pedana che si porta alla bocca un bicchierone traboccante d’acqua. "Spiega al dottore, Marco, spiega..." e Camorro batte sulla spalla di un ragazzo con la sigla della società e il suo nome tatuati sul braccio: Marco Mau. "È semplice: c’è un assaggiatore che prende l’acqua dai bottiglioni di dieci litri, la beve, e poi...". "E poi?". "Be’, e poi niente! Se entro un minuto non diventa cianotico, non sbatte a terra in convulsioni, e insomma non muore, allora vuol dire che l’acqua del bottiglione è buona...". "E se...". Marco Mau ridacchia, e allarga le braccia. "È normale, no? Se muore, allora vuol dire che l’acqua non è buona...". "Ma voi siete pazzi! È illegale! Io vi denunc...". "Ah, ma tu sei fissato, con questa legalità! Marco, spiega al dottore...". Non c’è niente di illegale, nella Sorella Acqua s.r.l. di Camorro, dice compunto Marco Mau: niente. Gli assaggiatori firmano un regolare contratto, e accettano il rischio. "È giusto, è giusto!" salta su Camorro: "E poi senza rischi cos’è la vita? Non tiene più sapore! È il mercato...". Certo è un lavoro a rischio, ma se uno è disoccupato o è un nero, si deve accontentare. "E poi non muoiono! Si fanno un paio di lavande gastriche e passa tutto...".
Camorro salta di nuovo in piedi, entusiasta. Illegale lui? Non solo lui rispetta la legge, ma è pure un benefattore dell’umanità! La gioventù è rammollita, senza valori, senza spina dorsale: e lui, Andrea Camorro, la raddrizza. "Io li tempro! Io gli faccio capire la bellezza del rischio! Ah, vogliono una vita spericolata? E io sto qua, pronto a servirgliela su un piatto d’argento...". Ma mentre Camorro sta spiegando la sua teoria della vita spericolata, si sente un urlo lacerante. Dalla finestra vedo che sono accorsi due tizi con un barella, e si portano via l’assaggiatore. Sto per dire che questa volta non la passano liscia, ma Camorro mi blocca. Mica ho creduto davvero che speculassero sulla vita degli assaggiatori? Ci vuole un po’ di scena, ecco tutto. Se ogni tanto non morisse un assaggiatore, nessuno avrebbe più paura. E allora chi comprerebbe più la sua acqua? "Non ti devi preoccupare, però, è tutto finto...". "Ma sì, dottore, lei è troppo ansioso...". "E secondo te io faccio morire l’assaggiatore per contratto? Ma vedi a questo...". Ora le voci mi arrivano ovattate, e mi gira un po’ la testa. Come dietro un velo, vedo che mi stanno porgendo un bicchierone traboccante d’acqua, e ridono strizzandosi l’occhio, e il bicchiere si fa sempre più vicino...

Giuseppe Montesano

Giuseppe Montesano è nato a Napoli. Ha pubblicato due romanzi: A capofitto e Nel corpo di Napoli (Premio Napoli, Superpremio Vittorini, Premio La Torre, Premio Scommesse sul Futuro, finalista Premio …