Giuseppe Montesano: Tutti in fila da Andreana l’Indovina. Un racconto

14 Gennaio 2004
Mentre tutti fanno la fila per farsi predire la sorte da "Andreana l’Indovina Lucana", io fisso la gigantografia incorniciata da lampadine colorate appesa sulla soglia del padiglione magico: ma dove ho già visto questa Andreana, con la faccia truccata da cinghialotto, il vestito lussuosamente volgare e gli enormi anelli con smeraldi falsi intorno alle dita grassocce? Sto ancora scervellandomi, quando dal padiglione magico escono felici Elena Tappo e sua figlia Marilena. "Mammina, hai sentito? Farò l’attrice! Che gioia...". "Ne valeva la pena, Marile’: duemila euro spesi bene...". "Ma’, però mica per fare l’attrice devo studiare...". "Nooo! Che dici, a mammà! Tu la laurea in scienze della comunicazione già ce l’hai, e a che ti è servita? Non ha sentito che ha detto l’assistente dell’indovina? Lo studio non serve e l’intelligenza sciupa la pelle!".
Sono appena svanite le Tappo che mi viene addosso Luisa Taluorno con il marito. "Hai visto che ho avuto ragione? L’indovina dice che ’a criatura addiventa ’na managèr e si fa i soldi con la pala!". "Lui’, ma se non è ancora nata...". "E con questo, Peppi’? Sei il solito disfattista! Andreana ha detto che se le compriamo la laurea in legge e la chiamiamo come dice lei, la criatura riesce bene...". "Ma io la voglio chiamare Giovanna, come la nonna!". La Taluorno guarda il marito pronta a saltargli addosso: Giovanna? Sì, così gli inguaia il futuro della figlia! Ma perché, se le mettono nome Silvia come ha suggerito la maga, a lui gli fa schifo?
"Gesù, ma tu vedi questo com’è tradizionale! Peppi’, svegliati, mettiti al passo coi tempi! Tu sei rimasto ai tempi di Pappagone...", Intanto dal padiglione è uscita l’assistente dell’indovina, Marchetta Mau, e facendo scintillare le paillettes che costellano la sua gonna zingaresca, annuncia che per oggi la maga non farà più profezie, perché è stanca. Poi mi indica con l’unghia smaltatissima dell’indice, e fa: "Lei può entrare...". Non ho neanche finito di dire che io passavo di là per caso che sono trascinato dentro da Marchetta Mau, e seduto davanti alla maga su un divanetto di velluto rosso grido: "Lei approfitta della buona fede della gente! Si rende conto? Fa promesse e profezie che non si avvereranno mai...". La donna con la faccia da cinghiolotto mi guarda, poi sbatte le ciglia come ventagli e si scosta i riccioli dalla fronte. Ma perché gli intellettuali sono così scemi? Lei dà alle persone quello che vogliono, realizza per un giorno i desideri di tutti, e soprattutto rende felice la gente: e forse quelli come me sono capaci di fare lo stesso? No, perché noi manchiamo di poesia: la vera artista è lei, non certo quelli che scrivono raccontini o poesiole sulle discoteche o chi sa cosa! Che mi credo? Lei fa diventare arte la realtà stessa, e dà un nome alla speranza. "Sì, ma imbrogliando! Dovreste finire in galera, restituire i soldi, pagare!".
Ma l’indovina scoppia a ridere. "Che paroloni! Ma perché, quelli che fanno fallire le aziende, che vendono azioni fantasma, che speculano con i soldi degli altri e mandano la gente a morire in guerra forse pagano qualcosa? No: e allora! Dovrei pagare io che faccio del bene?". Sì, lei promette ai fidanzati abbandonati che l’altro o l’altra torneranno strisciando; giura ai poveri cristi che la ricchezza invaderà i loro tinelli con la cerata a scacchi e li trasformerà in regge; prevede alle mogli annoiate incontri avventurosi e colpi di fulmine con uomini che la sera non sbadigliano quando loro si avvicinano profumate e carine. "È vero, li illudo: e solo per questo sarei immorale?". La donna sorride: semmai è la vita che è immorale, lei prova solo a ritoccare un po’ quello che non va, come un’estetista quando deve truccare una sposina o un’adolescente per la festa dei diciott’anni. "Almanacchi, almanacchi nuovi! Non si ricorda? Anche il suo Leopardi diceva che le illusioni sono indispensabili, non lo ha studiato a scuola?", e Marchetta Mau mi strizza l’occhio, complice. Ma dove le ho già viste queste due? Sto quasi per ricordarmi, quando la voce un po’ maschile di Andreana l’Indovina Lucana mi fa sussultare: non voglio farmi predire anch’io la buona sorte per l’anno nuovo?

Giuseppe Montesano

Giuseppe Montesano è nato a Napoli. Ha pubblicato due romanzi: A capofitto e Nel corpo di Napoli (Premio Napoli, Superpremio Vittorini, Premio La Torre, Premio Scommesse sul Futuro, finalista Premio …