Giuseppe Montesano: Quasi quasi mi faccio il lifting. Un racconto

27 Gennaio 2004
La moglie di Francesco Cuore è stupefatta. Ma come? Suo marito è giovane e carino, le donne lo guardano con interesse, e lui si vuole rifare? "È assurdo, France’! Ti rendi conto? Ti fai il lifting a trent’anni?". Ma Cuore scuote la testa, per allontanare ogni obiezione. "È una questione di principio, Elena! Non capisci? Se lo fa lui, e non me lo posso fare io?".
"Ma che c’entra lui! Tu sei iscritto a Rifondazione Rosé! Tu sei comu..." ma si ferma di colpo, spaventata dalla parola proibita che stava per dire, e che con la legge-Fortezza costa diecimila euro di multa.
"Francesco, ti prego, non lo fare! E poi perché ti dovresti rifare la pancia? Fai una dieta e risolvi! Ti faccio le verdure, la pastina bollita, la zuppa di...". "No e no! Voglio la pancia piatta, senza piegoline! E poi mi voglio rifare la bocca, le ciglia, i piedi e il naso: e diventare più alto, più seducente, più tutto! Basta: domani mi prenoto il chirurgo...".
Elena Cuore sta per replicare, ma è aggredita da Umberto Bussolotto, che con voce stentorea urla che siamo in un paese libero, e che Cuore per una volta nella vita ha ragione. Lo fisso per un interminabile momento, e resto a bocca aperta: è impossibile! Non sarà il nipote di Bussolotto che parla con la voce dello zio? L’elettrotecnico sessantenne Bussolotto ha un lucido codino di capelli neri, la pelle liscia e rosea, e si è persino raddrizzato il naso! Elena Cuore arretra, come di fronte a uno spettro, e borbotta scongiuri. Intanto sono apparsi il cuoco Gianfranco Finito, l’assicuratore Ciro Follo e il fiscalista Giulio Pipistrello, e tutti ripetono: se l’è fatto lui, e noi non ce lo possiamo fare? "Siamo trasformisti, signora Elena, capisce? Lei è giovane ma è rimasta indietro, lei si deve trasformare!". Finito parla con circospezione, la boccuccia a cuore e i pettorali rifatti che risaltano sotto la giacca. "È giusto!" balbetta Pipistrello: "Io a mia moglie l’ho trasformata: ora, modestamente, è una modella...". Certo, continua sussiegoso, dopo gli interventi certe cose non si possono più fare, perché se no si spacca la plastica: ma che importa? Il sesso è roba superata, e quando lui si guarda allo specchio con le protesi nuove, gli passa tutto: "Modestamente, io mi piaccio: anzi, a dirla tra noi, io mi amo proprio...". È vero, dice Follo, la soddisfazione di sembrare belli vale ogni sacrificio. A lui da piccolo lo sfottevano, dicevano che somigliava a un morto scavato, ma ora quando lo vedono impallidiscono e si fanno il segno della croce! Sbattendo le ciglia finte sugli occhi rifatti in stile presidente Mao, Giulio Pipistrello sta per aggiungere qualcosa quando sul pianerottolo irrompe la nonna di Finito. Biascicando e facendo schioccare la dentiera dell’asl con un rumore sinistro, la vecchia dice che domani la devono accompagnare in Svizzera a farsi il lifting. "E che! Io sono la scema del villaggio? Voi vi liftate e io non mi posso fare il trapianto di pelle fresca? Tu me lo avevi promesso, Gianfra’...". "Ma nonna, tu tieni centodue anni...". "Bugiardo! Ce n’ho ottantanove, hai capito?". Arrivano anche la suocere di Pipistrello e il bisnonno di Follo, gridando. "Ah, tu ti mantieni tre spogliarelliste e io mi devo arrangiare con la satellitare? Egoista!". "A quella buattona di tua moglie l’hai fatta tale e quale a Penelope Cruz! E perché a quella schifosa sì e a me no?". "Sì, mi voglio spassare! E statti attento: perché io so tutto dei tuoi affari, e se parlo ti becchi l’ergastolo...". E all’improvviso i vecchi alzano i bastoni e cominciano a picchiare. Orrore! Appena sfiorati, i pettorali di Finito si sgonfiano con un sibilo e un odore ripugnanti; Pipistrello grida, ma apre troppo la bocca e la guancia si crepa come un muro vecchio; sfiorato da un buffetto, l’orecchio destro di Follo schizza sul pavimento. Un odore di colla fritta si sparge dovunque, e con un fracasso osceno le labbra da divetta di Pipistrello scoppiano; Follo si accorcia di dieci centimetri e gli cadono i capelli; i denti di Finito marciscono di colpo e Bussolotto si blocca come una marionetta. Mentre fuggiamo via, Cuore abbraccia la moglie e le sussurra: "Te lo prometto: mi terrò la pancetta per sempre...".

Giuseppe Montesano

Giuseppe Montesano è nato a Napoli. Ha pubblicato due romanzi: A capofitto e Nel corpo di Napoli (Premio Napoli, Superpremio Vittorini, Premio La Torre, Premio Scommesse sul Futuro, finalista Premio …