Gianni Riotta: Esponete le bandiere per la nuova Europa

30 Aprile 2004
"Io nacqui Veneziano ai 18 ottobre del 1775... e morrò per grazia di Dio Italiano... Ecco la morale della mia vita". Così Ippolito Nievo apre il suo meraviglioso Le confessioni d' un Italiano e la mia generazione può scrivere con lui "nascemmo inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi, italiani, baltici, ungheresi, polacchi, jugoslavi, maltesi, greci, scandinavi e moriremo europei". Il primo maggio celebra un giorno storico, che onorerà per sempre, la saggezza, la lungimiranza e il lavoro delle nostre madri e dei nostri padri. Il logorio delle notizie, la guerra in Iraq, il terrorismo, la pena per gli ostaggi, rischiano di farci dimenticare che sabato saremo protagonisti di una festa leggendaria, un evento che esalta il meglio della millenaria e tormentata storia del continente, cultura, tolleranza, ricchezza. Esponete una bandiera blu con le stelle alla finestra, in ricordo delle sofferenze che l' Unione è costata, con gioia e benvenuto per i Paesi che hanno sofferto fino a pochi anni fa sotto il fascismo, sotto i regimi stalinisti, nella miseria. E accanto un Tricolore italiano, a monito irriducibile contro i fanatici che tormentano gli italiani in Iraq. Fieri della bandiera blu e oro e del drappo repubblicano, proviamo a vedere che venti li agiteranno presto. Secondo l' Economist Intelligence Unit, fino al 2002, l' Unione è rimasta dietro agli Stati Uniti in prodotto interno, soprattutto "perché non usa bene le moderne tecnologie". A Lisbona gli europei avevano giurato di annullare lo svantaggio informatico in dieci anni e non stiamo rispettando gli impegni. Uno studio del World Economic Forum conferma: il sorpasso Ue-Usa non è in vista. Spendiamo troppo nei sussidi all' agricoltura, troppo poco in ricerca. Volevamo "diventare l' economia più competitiva, colta e dinamica del mondo entro il 2010" ma le buone notizie si limitano alle telecomunicazioni, grazie a Finlandia, Svezia e Danimarca. La nazione Europa è ora forte di 450 milioni di cittadini contro i 287 degli Usa. Solo Cina e India ci sono avanti. Ma cent' anni fa, osserva lo storico Niall Ferguson, eravamo il 14% della popolazione mondiale, adesso, malgrado l' allargamento, il 6% e nel 2050, secondo l' Onu, il 4%. Anziani, età media 50 anni, un cittadino su tre oltre i 65. Un declino pari, in percentuale, si ebbe solo ai tempi della Peste del Boccaccio, nel XIV secolo. Per mantenere gli attuali livelli di welfare e pensioni, i nostri nipoti dovrebbero pagare tasse pari al 75% del salario. Unica salvezza, l' emigrazione, che invece temiamo e scoraggiamo, i tedeschi impongono test di lingua agli ingegneri indiani che filano in California, a dispetto delle nuove, stupide, limitazioni Usa sui visti. Mettiamo freni anche al flusso interno dei neoeuropei, malgrado uno studio dell' economista Tito Boeri (www.cepr.org) provi che l' emigrazione in casa Ue resta sotto lo 0,6%. A Cipro l' Europa ha fallito la riunificazione e adesso i greco-ciprioti minacciano di tenere fuori i turchi. Sarebbe una iattura, l' Unione ha bisogno di cittadini e di un Paese musulmano. Il nostro futuro, di lavoro e di idee, è nella tolleranza e nel dialogo. Illudersi in un' Europa opulenta, che snobba la difesa, "tiene buoni" i guerriglieri fondamentalisti a chiacchiere, significa rovinare la festa del primo maggio. Chi sta consigliando politicamente gli aguzzini dei tre italiani sa il fatto suo. Disprezza l' Europa senza valori e forza e vuol colpirne la coscienza debole, bolsa, come illustrato dalla prosa goffa della Costituzione mal redatta da Giscard d' Estaing, (trombato senza cerimonie dagli elettori francesi). La festa migliore è lavorare a un' Europa che rivaleggi alle frontiere del sapere con gli americani, parli di pace a tutti ma combatta con gli alleati contro il terrorismo, forte nella tolleranza, multietnica, multireligiosa, multiculturale, nello spirito di quei diritti dell' uomo e del cittadino che sono la nostra più profonda, e meravigliosa, eredità.

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …