Vivian Lamarque: Milano. Una città fotogenica

29 Dicembre 2004
Magia del fotografare: catturare, ammanettare, arrestare e tenere prigioniero a vita in una scatola, in un album, sotto vetro, lui l’inafferrabile, l’inarrestabile per eccellenza, il Tempo. Che non gradisce affatto di essere fermato fissato, e si vendica ingiallendo, sbiadendo facendo sparire dalle foto nomi, cognomi, date, così poi chi sarà questa? La zia della zia? La trisavola o sua sorella? Il bisnonno o suo fratello? Non tutti amiamo ancora le macchine fotografiche digitali, forse le ameremo, per la tecnologia si possono avere anche amori a scoppio ritardato. Ad alcuni ancora piace il rito del portare il rullino dal fotografo. Alcuni scattano fotografie solo nelle feste comandate. Altri, maniaci come la sottoscritta, fotografano tutto il fotografabile: a Natale non si limitano a tavole addobbate, bambini addobbati, fidanzati in ghingheri, no, troppo facile per loro che portano sempre con sé un apparecchio magari non sofisticato ma sempre carico e lo usano ovunque, in ogni caso. I non professionisti amano le sfide: verranno con questa luce le luminarie di piazza Duomo? Verranno i riflessi dei cristalli Swarovski della Galleria? Magari scendesse un po’di neve, allora anche ai negati riescono foto poetiche, ricordate la nevicata del 1985? I ricami dei rami, le zampette dei passeri nella neve, la pipì gialla del cane. Bella l’idea d’invitare i milanesi a fotografare il Natale della loro città (cominciamo dai cartellini dei prezzi?...). Peccato, mi sono persa una bella occasione l’altroieri, all’Istituto Ortopedico Galeazzi. Un’infermiera, per rallegrare i ricoverati e anche se stessa (quando verrà il giorno in cui il loro stipendio sarà adeguato al valore del loro lavoro?), ogni tanto mette al collo anziché il ciondolo una pallina rossa di Natale, e anche gli orecchini sono in realtà due addobbi da albero. A Musocco sulle tombe dei bambini, in queste settimane, genitori nonni e fratelli portano alberini di Natale, presepi, bambole, automobiline, ma questi riti rispettiamoli, fotografiamo solo con gli occhi e il pensiero quello smisurato dolore. Fotografate la vostra Milano di Natale, milanesi. Attenti, si vede di tutto: automobili con fili d’oro e d’argento anziché le solite bandierine dell’Inter e del Milan, taxisti con il presepe sul tassametro, ciclisti, una la conosco bene, con stelle comete sul manubrio... E poi quel gran minestrone di ricchi e ricchissimi, poveri e poverissimi, e medi, tutti a correre a correre. Fotografate, ma non vi venga in mente di "inventare" le foto, quelle si riconoscono subito, come i vini con le polverine, come le poesie troppo poetiche. E attenti al controluce, e a questo e a quello, la luna verrà bene? Sarà fotogenica? E le stelle?

Vivian Lamarque

Vivian Lamarque è poetessa e autrice di numerosi libri per bambini.