Agostino Lombardo: una vita per i classici

25 Gennaio 2005
L’anglista Agostino Lombardo si è spento nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 gennaio 2005 al Policlinico di Roma. Nato a Messina nel 1927, allievo di Mario Praz, fu docente di Lingua e Letteratura inglese a Bari, Milano e Roma. Accademico dei Lincei, amico di Eduardo De Filippo, a cui dedicò il saggio Eduardo, da Napoli al mondo, la sua grande passione è stata il teatro shakespeariano: a lui si devono versioni di opere messe in scena da G. Barberio Corsetti, F. Branciaroli, S. Braunschweig, A. Calenda, S. Cardone, P. Carriglio, G. Cobelli, E. D’Amato, F. D’Avino, L. de Berardinis, F. Ricordi, S. Sequi, L. Squarzina, P. Stein e G. Strehler, sul quale ha pubblicato Strehler e Shakespeare. Su Shakespeare ha scritto, tra l’altro: Lettura del Macbeth (premio Bellonci per la critica); Il Fuoco e l’Aria (su Antonio e Cleopatra); L’eroe tragico moderno; La grande conchiglia (su La Tempesta). Per le sue traduzioni ha ricevuto il premio Grinzane-Cavour e il premio Achille Marazza.

A seguire una rassegna stampa in cui ne viene ricordata la vita e l’opera.

Amleto di William Shakespeare

La vicenda che Shakespeare doveva mettere in scena era, senza mezzi termini, il rapporto di una mente umana con la vita, e il suo problema, allora, era quello di far muovere Amleto con la sua "prodigiosa consapevolezza" (Henry James), su un terreno adeguato al personaggio e alla sua ricerca. Poiché…