Gianni Riotta: Il lupo dei giornali divorerà l'agnello dei blog. Ed è un bene

16 Giugno 2006
Scarso rilievo sulla stampa italiana alla convenzione dei bloggers, i giornalisti ruspanti di Internet, che ha affollato il weekend a Las Vegas: la scommessa è che i new media sconfiggano presto gli old media, grazie ai blog, commenti d’autore online ogni giorno, capaci di spiazzare già i quotidiani, la televisione e la radio. A sintetizzare la morale Markos Moulitsas, 34 anni, che con il blog DailyKos ha meritato dal ‟New York Times” il titolo di ‟blogger più influente d’America”: ‟I vecchi media ci hanno tradito con le loro informazioni di regime, la vecchia politica con le moine, i conservatori mentono, i progressisti non sanno che pesci prendere”. A Las Vegas giochi fatti: presto ognuno sarà in grado di lavorare al proprio blog, lanciare informazioni e giudizi e per i pachidermi della carta stampata e della tv non resterà che il ‟cimitero degli eleganti” secondo la battuta di Flaiano. Le mie carte di pioniere di Internet sono impeccabili, primo giornalista su un quotidiano a firmare con mail (rimbrottato dalle grandi firme), fondatore con Eco e Singer del Golem, la prima rivista online italiana, blogger su ‟Stampa” e ‟Corriere”. Internet è la nuova frontiera dell’informazione, ma il trionfalismo di Las Vegas è una scommessa che non pagherà. Maureen Dowd, perfida commentatrice del ‟New York Times”, rileva che Moulitsas, la sua collega Wonkette, i blogger di successo, non appena emersi si precipitano a firmare sui media che accusano di tradimento e declino, giornali, riviste, libri, case editrici e tv. Particolare divertente ma non ancora dirimente, l’avanguardia diventa sempre ortodossia in parrucca. Dove l’analisi di Moulitsas (ne hanno trattato bene Moltedo su Europa e Rocca sul ‟Foglio”) stenta è nell’affermare orgoglioso ‟ogni blogger deciderà l’agenda dei problemi”. La comunicazione di base, i lillipuziani che piegano l’imperialista Gulliver di giornali e tv, non è illusione nuova. Ogni generazione la ripete e ogni generazione ne viene poi frustrata. I giornali credettero di piegare i libri, con futurista foga. La radio, usata alla perfezione da Mussolini e Roosevelt, si illuse di rendere obsoleti i giornali. La tv apparve come media totale, secondo la falsa ipotesi di McLuhan, ‟il mezzo è il messaggio”. Non è così, il messaggio è il messaggio ed è sempre più forte del mezzo. Negli anni ‘70 il ‟Quotidiano dei lavoratori”, foglio della nuova sinistra, anticipò la ubris di Moulitsas, con lo slogan ‟gli altri giornali li leggete, questo lo scrivete”: chiuse poco dopo. E le ‟radio libere, ma libere veramente” della canzonetta, durarono quanto le gonne a fiori, una bella estate. Credere che i media si susseguano come ere geologiche distinte è errore antico: invece si sovrappongono, moltiplicano, coniugano, fecondano, mutandosi a vicenda. Il cinema non annulla il teatro, lo cambia (leggete I quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello) e nascono autori ibridi tra i due generi, come Mamet. La fotografia non cancella la pittura, ma le due arti si trasformano in coppia, Mapplethorpe fotografa come ritraesse, Hopper dipinge come fotografasse. L’utopia di DailyKos a cosa porta, a 6 miliardi di blog ciascuno con un solo lettore, il suo autore? Se guardate cosa i blog mettono online, al 99% trovate articoli di giornali, testi di riviste, conferenze, saggi. Perché nell’informazione la rivoluzione non è mai tecnologica, ma sempre di contenuti. Finché Gutenberg stampa Bibbie in latino poco male, è quando i torchi a stampa le riproducono tradotte in volgare che comincia l’era nuova. Siate appassionati dai blog o dai giornali, dunque non guardate alla forma: è nel contenuto che dobbiamo perseguire, con coraggio e passione, il nuovo. E siamo in ritardo

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …