Step è cresciuto e Scamarcio gli mette l’anima

06 Novembre 2006
Torna Step, l’eroe di Tre metri sopra il cielo. E torna Riccardo Scamarcio, l’idolo delle adolescenti italiane. Sono passati due anni, il ragazzo ribelle è stato in America a cercare se stesso, i compagni non sono più quelli che aveva lasciato, l’amore per Babi s’è trasformato in nostalgia, il dolore per l’amico morto sulla motocicletta è diventato rimorso, Step si sta facendo grande e comincia a cercare un’altra ragazza con cui potersi sentire di nuovo ‟tre metri sopra il cielo”. Si gira a Roma Ho voglia di te, secondo capitolo della saga di Step, dal nuovo libro che Federico Moccia ha scritto e pubblicato a spron battuto in febbraio, piazzandolo per dieci settimane al primo posto nella classifica dei romanzi più venduti e arrivando così, fino a oggi, a 800 mila copie. Il progetto cinematografico è di superare gli incassi di Tre metri sopra il cielo perché se quello era un film per soli ragazzini con dentro tanta scuola, qualche mascalzonata e molto cuore, questo Ho voglia di te potrebbe piacere anche a qualche adulto, visto che Step va perfino a lavorare e Babi addirittura si sposa. Film di culto, il Tre metri di Luca Lucini, visto e rivisto più volte dai ragazzi, piangendo da soli, davanti alla tv, o in compagnia alle prime feste del pomeriggio. Se in sala ha fatto appena 1 milione e 200 mila euro, tra acquisto e noleggio di home-video ha realizzato l’equivalente di 15-16 milioni di euro. Stavolta, oltre a Step-Scamarcio e a Babi-Katy Louise Saunders, c’è una Laura Chiatti dai capelli neri, che sono poi il suo colore naturale, nel ruolo di Ginevra detta Gin, la ragazza tosta che fa la boxe, lavora in uno show televisivo per i soldi che le danno, non si fa incantare da Step al primo sguardo e però alla fine, forse, riesce a farlo innamorare. Il regista, nuovo di zecca, è lo spagnolo Luis Prieto. Costo 3 milioni e mezzo di euro messi dalla Cattleya e dalla Warner che lo distribuisce dal 9 marzo con un lancio megagalattico promosso dagli sponsor, Tim in testa. Sul set, l’altra mattina, una folla di ragazzi accoccolati su materassoni bianchi in un sushi bar molto alla moda. E’ la prima uscita a due di Step e Babi: si guardano, si sorridono, si sfiorano. Finiranno per darsi il primo bacio nei bagni del locale. Riccardo Scamarcio, solito riccio nero e occhio tempestoso, si muove a piedi nudi tra un piatto di pesce crudo e un cuscino da scavalcare. Molti gli chiedono un autografo per nipotine, figlie, amichette di famiglia pazze di lui. Firma con pazienza, anche se tornare a fare Step in principio non l’aveva entusiasmato. Anche lui, da allora, è cresciuto. Tra quello Step e questo c’è stato Romanzo criminale di Placido, Texas di Paravidino, il prossimo Manuale d’amore di Veronesi, La freccia nera di Costa. C’è stata e c’è la storia con Valeria Golino, combattuta in principio e poi accettata con allegria, anche se li separano anni e mestiere. C’è, soprattutto, l’ambizione di crescere professionalmente uscendo dai ruoli del ragazzo bello e maledetto per dimostrare di poter essere un attore bravo. E lo dice. ‟È vero. In questo Manuale d’amore ho preso il posto di Silvio Muccino, un altro idolo delle adolescenti, perché serviva al regista. Noi due piaciamo alle ragazzine, anche se per motivi opposti: a me tocca la parte del duro dal cuore tenero, a lui quella dell’imbranato che fa tenerezza. Ma un attore è un attore e anche se il regista ti adatta addosso il ruolo, poi devi fare il tuo mestiere che non è essere come sei nella vita privata né indossare il personaggio con cui appari nella vita pubblica. Devi recitare”. Vero o falso che Veronesi ha dovuto tagliare la sua scena d’amore con Monica Bellucci per eccesso di passionalità? ‟Falso. Qualche taglietto c’è stato per renderla più efficace”. Vero o falso che in questo Ho voglia di te ci sarà più violenza e più sesso? ‟Falso anche questo. C’è uno stupro, ma è molto sfumato perché questo è il racconto, forse ingenuo, forse troppo semplice, di un innamoramento”. Vero o falso che il divismo che la circonda la infastidisce? ‟Non mi appartiene, ma se mi permette di fare buoni film va benissimo”. Pentito di La freccia nera? ‟E perché? È l’Auditel che non premia Canale 5 in questo momento”.

Federico Moccia

È autore per la televisione e sceneggiatore per il cinema. Tre metri sopra il cielo (2004), il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli, ha superato la soglia di un milione …