Marina Forti: Una vittoria per Mabira Forest, Uganda

26 Ottobre 2007
Il governo di Kampala, Uganda, ha infine deciso di rinunciare al progetto di trasformare una grande area di foresta tropicale in una piantagione di canna da zucchero. Lo ha annunciato qualche giorno fa la ministra per l'ambiente Maria Mutagamba: il governo ha respinto la richiesta del Metha Group, che chiedeva la concessione di ben 7.000 ettari della Mabira Reserve Forest, un'area protetta. ‟L'idea di coltivare canna da zucchero a Mabira non c'è più. Stiamo cercando soldi per procurare altra terra”, ha detto la ministra (all'agenzia Reuter).
Ha perso il presidente Yoweri Museveni: perché era stato lui un anno fa a dare in concessione ben un terzo del territorio della Mabira Reserve Forest, al gruppo privato Metha, proprietario tra l'altro di zuccherifici e piantagioni di canna da zucchero. Progetto che aveva da subito suscitato polemiche e proteste, scoppiate poi in un conflitto dai risvolti sanguinosi.
Ad appena una quarantina di chilometri dalla capitale Kampala, la foresta di Mabira è un polmone di grande importanza ecologica, ed è anche la fonte di sostentamento per una popolazione locale di centinaia di famiglie, che ne traggono legna da ardere, carbonella, erbe medicinali, frutti commestibili, fibre e legno da lavorare - tutte attività che su piccola scala permettono agli umani e alla foresta di convivere.
Un anno fa il presidente Museveni ha chiesto alla National Forest Authority, ente forestale dello stato, uno studio sul progetto di tagliarne una fetta cospicua per permettere l'espansione delle piantagioni di canna del gruppo Metha, proprietario tra l'altro di altre piantagioni e stabilimenti di produzione di zucchero. Il parere è stato negativo: tagliare quella foresta, aveva detto l'ente forestale, avrebbe costi ambientali ben superiori ai benefici economici della piantagione, dicono ambientalisti e parlamentari; tra l'altro provocherà l'erosione dei suoli e crollo delle fonti d'acqua nel bacino che alimenta il lago Vittoria, cancellando così un polmone naturale che oggi protegge il lago dall'inquinamento, e minacciando numerose specie di flora e fauna.
Il governo però ha insisito per andare avanti e tanta insistenza ha ha sollevato proteste fin dentro il parlamento ugandese, oltre che tra gli abitanti della zona e gruppi ambientalisti. Anche perché il caso di Mabira fa parte di un trend dell'élite ugandese a ‟recuperare il tempo perduto” nell'economia globale, quindi attirare investimenti (nazionali e stranieri) sfruttando le ricchezze naturali: trend diventato una sorta di dottrina (‟Una pianificazione economica per diktat dove chiunque metta in questione i piani di sviluppo è bollato di antipatriottico”, scriveva tempo fa un giornalista e attivista sociale ugandese: tt, 5 settembre 2006). Già migliaia di ettari di foreste ‟protette” sono stati dati in concessione.
Lo scorso aprile poi il conflitto attorno a Mabira aveva preso una piega terribile, quando la polizia ha aperto il fuoco su una manifestazione di centinaia di persone che protestavano contro il progetto, e ha ucciso due manifestanti; durante gli scontri una folla inferocita ha attaccato gli ugandesi-indiani, distrutto negozi, assediato un tempio hindu, infine ucciso di botte un uomo semplicemente perché di origine indiana (vedi terraterra, 13 aprile): il Metha Group appartiene a una famiglia ugandese di origine indiana. E così un conflitto sociale si era trasformato in conflitto etnico, anche se l'oggetto del contendere è l'accesso alle risorse naturali.
Il caso di Mabira rimanda alla solita questione di interessi: quelli di qualche investitore privato o contro quelli di un'intera popolazione locale. Alla fine, di fronte alle proteste popolari, il governo ugandese ha rinunciato al suo progetto. E' la seconda volta che un progetto analogo viene ritirato: in maggio il governo aveva dovuto ritirare la concessione a un'azienda keniota, Bidco, per tagliare la foresta (protetta) su un'isola del lago Vittoria e piantarvi palma da olio.
Marina Forti: Una vittoria per Mabira Forest, Uganda