Michele Serra: L'amaca di venerdì 29 febbraio 2008

03 Marzo 2008
Flavio Briatore annuncia il suo voto per "l’amica Daniela" (Santanché), e ciccia per l’amico Silvio, che in passato poté fregiarsi del suo prestigioso supporto elettorale. Usassimo i nostri decrepiti parametri, tratterebbesi di un voto fascista (qualità recentemente rivendicata dalla signora Santanché), ma ci basta pensare alle notti sarde, ai festosi trenini di quasi solo miliardari, alle chiacchiere liete di bordo-piscina, per capire che stiamo clamorosamente sbagliando. A Briatore del fascismo (e del comunismo, del liberalismo, della democrazia, insomma di tutto il faticoso armamentario che ha animato un paio di secoli di storia umana) gli importa un fischio. Gli importa dei long-drinks, dei quattrini e della fica (scusate il latinismo), e tutto il resto lo ha già consegnato da tempo, chiavi in mano, alla polverosa coscienza del resto del mondo. Se l’amica Daniela si fosse candidata per il Terzo Reich, o per le Brigate Rosse, o per gli autonomisti baschi, per lui sarebbe stato perfettamente uguale. L’unico fatto rimarchevole è che la Danielona è amica sua. In fondo i vip sono anime semplici. Votano più volentieri per il compagno di barca o di canasta, un po’ come nei paesini del Sud si è felici di eleggere il compaesano.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…