Michele Serra: L'amaca di martedì 14 luglio 2009

14 Luglio 2009
Autostrada del Nord, ieri. Tre enormi gipponi da boscaiolo americano (di quelli con il cassone per caricare legname) sfrecciano in fila indiana. Nuovi fiammanti. A bordo il solo guidatore, che sembra replicato sui tre veicoli: maschio sulla trentina, rapato, occhiali neri a specchio, cellulare incollato all’orecchio. Tutti e tre. Li affianco per qualche chilometro. Medito sui miei pregiudizi: magari sono tre cittadini modello, fanno volontariato e stanno telefonando alla mamma.
Al netto dei pregiudizi, restano i fatti: i tre enormi veicoli da lavoro, qui usati come macchine da divertimento, consumano e inquinano ognuno come un pullman. L’uso del cellulare è vietato dalla legge, ed è improbabile che i tre non abbiano venti euro a testa per comprare un auricolare. Il messaggio implicito espresso da quel trio è: me ne frego delle regole, me ne frego dell’inquinamento, me ne frego di dare un’immagine di aggressività e anzi ne sono fiero. Azzardo una morale: nei paesi ricchi la lotta tra le classi è stata rimpiazzata dalla lotta tra comportamenti sociali confliggenti. Avere un gippone di sei metri è una scelta politica. Non avere un gippone di sei metri è una scelta politica.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…