Michele Serra: L'amaca di giovedì 10 settembre 2009

14 Settembre 2009
Sull’Expo di Milano grava la parola ‟ridimensionamento”. Il piano (sulla carta molto bello) presentato dagli architetti prevede orti, acque, luci, vetri, verde, spazio, cascinali restituiti alla città, ma pochissimo cemento. Essendo il cemento l’unità di misura del Moderno – anche se è un Moderno che puzza di muffa – le autorità preposte si sentono punte nell’orgoglio da quella parola – ridimensionamento – che metterebbe in discussione la grandeur progettuale meneghina. Né l’opposizione, almeno per adesso, mostra di sapersi distinguere: dice anche lei ridimensionamento, e lo dice come capo d’accusa.
Ci sarebbe piuttosto da festeggiare. Di ridimensionarci avremmo bisogno un pò tutti, chi più chi meno. Ridimensionare ambizioni, presunzioni, impatti, progetti, spese, megalomanie, pretese, apparenze. Fare finalmente di necessità virtù, mettere la museruola agli appetiti insaziabili degli speculatori, concentrarsi sui vuoti piuttosto che sui pieni, godersi gli spazi senza l’ansia di riempirli (horror vacui). Ma forse quella del ridimensionamento è una scommessa troppo moderna per la vecchia Milano. Né il centrodestra, con il leader non ridimensionabile che si ritrova, sembra attrezzato per cogliere la novità.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…